10.10.2019 – Controllo e destino di Mediocredito. Sempre meno interessante la soluzione Cassa Centrale Banca. Ma dietro le quinte Fugatti rilascia il freno che poco tempo fa aveva tirato: deliberato in giunta l’8 u.s. il sostanziale passaggio dell’unica banca locale “doc” a CCB.

 

Pare sfuggita a tanti osservatori la delibera della Giunta Fugatti nr.1527 dell’8 ottobre che sostanzialmente cambia i patti parasociali fra i soci azionisti che partecipano Mediocredito T.A.A. S.p.A. Oltre alla prevista cessione paritaria delle quote della Regione alle Province autonome di Trento emerge dalle premesse del nuovo patto (lettere g e h) la sostanziale volontà politica della Provincia di Trento di “adottare in maniera coordinata e condivisa – con la Provincia di Bolzano- le decisioni riferite alla – eventuali cessioni delle – loro partecipazioni, anche contemperando ipotesi diverse, valorizzando un progetto in grado di rafforzare e rendere più competitivo Mediocredito e di favorire parallelamente la vocazione territoriale e l’apertura a nuove risorse essenziali”. Un escamotage per mettersi al riparo da futuri esposti alla Corte dei Conti che contestassero il cosiddetto “danno obliquio” per decisioni che potrebbero comportare perdite erariali ad una delle due Province. E proprio al quarto comma dll’art.2 dello stesso rinnovo del Patto parasociale fra Enti pubblici ed il Credito Cooperativo licenziato dalla Giunta Fugatti viene espresso l’oggetto dell’accordo: “l’impegno fra gli enti, quali soci di maggioranza, di condividere e collaborare con il Credito Cooperativo, quale socio di minoranza di riferimento, per la definizione delle scelte strategiche e delle modalità di partecipazione ai processi decisionali rilevanti”. Probabilmente quella delle due province (Trento) che alla fine non cederà la propria partecipazione di minoranza vedrà sicuramente diminuito il valore della sua quota, restando senza potere di indirizzo, ma comunque con l’obbligo di intervenire come socio nel malaugurato caso la Banca di via dei Paradisi, governata dalla nuova maggioranza CCB abbia problemi.

Si fa sempre più concreta quindi la possibilità che, visto che il Presidente Fugatti ha rilasciato il freno che qualche settimana fa aveva tirato, alla fine CCB abbia la maggioranza dell’unica Banca locale trentina, proprio mentre il gruppo di credito cooperativo è affaccendato appunto con Carige e Moody’s ne ha abbassato il il rating, segnalando l’elevata problematicità di solvibilità riguardo ai sui crediti malati, pur non tenendo conto dell’operazione salvataggio Carige, ancora non perfezionata.

Si capisce a questo punto l’allarme lanciato da Pan e Manzana della Confindustria regionale per il destino di Mediocredito, alla luce del crollo registrato, soprattutto in Trentino, dei crediti alle piccole medie imprese, proprio per il disimpegno della Casse Rurali locali, guarda caso associate al gruppo CCB, il cui nucleo fondativo, sede e testa sono ancora, ma non sappiamo per quanto, a Trento.

Certo se Confindustria avesse a suo tempo colto l’appello della UIL alla costruzione di un azionariato popolare ed al coinvolgimento di qualche gruppo finanziario, delle multinazionali con base trentina o di qualche imprenditore coraggioso trentino disposto ad investire e rischiare qualcosa per mantenere una banca di interesse locale forte ed indipendente, non si troverebbero ad assistere, ormai pare rassegnati, alla sparizione dell’ultima Banca Trentina, succobi del credito nazionale o, nella migliore delle ipotesi, sudtirolese.

Walter Alotti

Segretario
Uil del Trentino

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