27.12.2019 –Scontro CCB – PAT: quale sarà la strategia di Fugatti rispetto al futuro di Mediocredito? La UIL insiste: gli enti pubblici cedano le quote agli imprenditori ed ai cittadini; si crei una banca ad azionariato popolare.
Sullo scontro in atto fra PAT e CCB gli osservatori si focalizzano ancora sulle fusioni della Casse Rurali Trentine e sui sempre più probabili destini di Cassa Centrale Banca, il gruppo bancario di credito cooperativo delle “ex” Casse Rurali Trentine, ormai divenuto, vocato ed impegnato sempre più nel mercato bancario del credito nazionale. Ciò si desume sia dall’evoluzione in atto della vicenda “Carige”, che dall’ultima “querelle” sugli effettivi poteri di vigilanza della Provincia sul credito locale, previsti dallo Statuto di autonomia, ma parrebbe superati dall’ordinamento europeo in tema di credito e banche.
Nessuno dei commentatori ha fatto un passettino in avanti in più. Tutti “silenti” sulle strategie, evidentemente a questo punto divergenti, degli attori in campo, riguardo alla delicatissima questione Mediocredito. A breve la Giunta trentina dovrà infatti decidere che fare delle proprie quote di possesso dell’istituto di via dei Paradisi: se lasciare cioè a CCB – ormai gruppo nazionale- od al mercato, il destino dell’ultima banca di investimenti territoriale o piuttosto di raddoppiarle, quelle quote, acquisendo anche quelle altoatesine ed avere così la maggioranza azionaria dell’istituto bancario.
Certo quest’ultima soluzione troverebbe il consenso e l’appoggio, solo politico però, degli imprenditori trentini, dagli industriali agli artigiani, che si sono sì lanciati in forti appelli alla giunta provinciale di coinvolgimento e salvaguardia del credito alle imprese locali, senza però assumersi la responsabilità di un minimo, credibile, impegno concreto all’investimento diretto in questa futura banca del territorio.
La Uil crede più coerente ed opportuno, tenendo conto anche delle ormai deteriorate relazioni “politiche” fra i soggetti coinvolti, l’altra scelta possibile della giunta Fugatti. Quella cioè di non “regalare” le proprie quote a CCB, ma piuttosto venderle veramente, a prezzi di mercato ai privati, viste pure le crescenti difficoltà del bilancio provinciale, in modo da rinvenire così anche risorse da reinvestire sul
territorio in opere strutturali, non solo sulla carta, per riavviare davvero lo sviluppo e la crescita economica.
Così facendo sarebbe inoltre possibile, proposta che la UIL rilancia da tempo, la trasformazione di Mediocredito Trentino Alto Adige in una banca di territorio, ad azionariato popolare, col coinvolgimento certo di qualche gruppo finanziario provinciale, delle diverse multinazionali locali, e proprio di quegli imprenditori trentini, oggi preoccupati, ma non ancora disposti ad investire e rischiare qualcosa per mantenere una banca di interesse locale forte ed indipendente, sganciata fra l’altro dagli orientamenti politici delle giunte provinciali di turno.
Ciò con il vantaggio, anche per i comuni cittadini azionisti di avere a fine anno magari dei dividendi e un vero valore della loro quota da vendere, se necessario, oppure da tenere come investimento.
Walter Alotti
Segretario
Uil del Trentino
Scarica il pdf: Mediocredito 271219
No Comments