22 novembre 2016 – Trentino
Ex Silvelox, la mobilità scatterà il 22 dicembre
La procedura interesserà 24 lavoratori ora in cassa integrazione, ma se il giudice affiderà l’azienda alla nuova società del gruppo Seip potrebbero essere riassunti
Le novità introdotte dal governo in materia di mobilità e cassa integrazione si fanno sentire anche in Valsugana, dove il prossimo 22 dicembre terminerà il lungo periodo di cassa integrazione dei dipendenti della ormai ex Silvelox spa, la nota ditta produttrice di basculanti per autorimessa, colpita duramente dalla crisi economica e che dopo un primo tentativo di concordato aveva purtroppo dichiarato il fallimento, con tutte le conseguenze occupazionali del caso. All’epoca era fortunatamente intervenuta la Seip, gruppo industriale bresciano, che aveva rilevato l’azienda, ribattezzata subito “Silvelox Europe spa” e che si era impegnata sia a continuare la produzione, sia a riassumere tutte le vecchie maestranze entro la scadenza dei vari ammortizzatori sociali se le condizioni economiche lo avessero permesso. Impegni presi con patti sottoscritti con le rappresentanze sindacali e che in questi ultimi anni la ditta ha assolutamente rispettato tanto che la preoccupante situazione iniziale è via via migliorata e nello stabilimento di Castelnuovo trovano vi sono ora 56 dipendenti. Per i rimanenti si era aperta la procedura di cassa integrazione, proseguita sino ad oggi anche se il gruppo ha comunque visto assottigliarsi un po’ le proprie fila dato che 8 persone hanno nel frattempo trovato un altro posto di lavoro, mentre per illustrare al meglio ai rimanenti lo sviluppo della situazione, si è tenuta ieri una riunione sindacale, cui hanno partecipato Maurizio Zabboni per la Cgil, Gianni Tomasi per la Uil e Mati Nedzmi per la Cisl, affiancati dai rappresentanti del Centro per l’Impiego di Borgo Valsugana.
«Con il termine della cassa integrazione il prossimo 22 dicembre si renderà necessario attivare la procedura di mobilità – hanno spiegato -, con l’avvio di corsi di qualificazione e colloqui per stabilire le prospettive occupazionali di ognuno, con il passaggio necessario della lettera di licenziamento, che serve per attivare la mobilità stessa». E peraltro si tratterà proprio dell’ultima finestra temporale possibile per attivare questa procedura e sfruttare quest’occasione, e quindi avere dai 12 ai 18 mesi in più a disposizione per i lavoratori a seconda della propria età anagrafica al momento del licenziamento, dato che con le novità in materia introdotte dal governo Renzi i lavoratori licenziati a far data dal 31 dicembre 2016 non potranno più essere collocati in mobilità ordinaria e godere perciò della prestazione dell’indennità di mobilità. Tempo che servirà anche per attendere il sospirato termine di tutte le procedure fallimentari che attualmente vincolano ancora l’azienda, che ovviamente vede ora limitate le proprie possibilità di investimento e che secondo i patti sottoscritti si era impegnata ad assumere tutti i lavoratori.
«Se il giudice fallimentare – ha spiegato Zabboni della Cgil -, procederà con l’affido diretto dell’azienda la situazione si potrà risolvere già all’inizio dell’anno, se invece si riterrà opportuno mettere l’azienda all’asta bisognerà attendere altri tre-quattro mesi». Tuttavia i risultati occupazionali, e soprattutto la volontà da parte dei vertici aziendali di proseguire l’attività fanno ben sperare per una soluzione positiva della vicenda, con l’auspicio che anche la situazione occupazionale si possa quindi risolvere positivamente per tutti entro il prossimo anno.
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