24 dicembre 2016 – Corriere del Trentino
«Scuola, anno nero»
Di Fiore non fa sconti
Bilancio del 2016, il contratto resta bloccato
TRENTO L’anno nero della scuola trentina. Concorso, «buona scuola», precari e contratto: per la Uil il 2016 è stato uno dei periodi più negativi per l’intero sistema provinciale dell’istruzione. Chiuso con il balletto delle due ore obbligatorie, «un vergognoso voto di scambio concordato per approvare la legge finanziaria».
«Il presidente-assessore Rossi — afferma il segretario Pietro Di Fiore — ha prima accolto la proposta Civettini-Borga di rendere obbligatorie le due ore per approvare la legge sulla scuola e adesso la richiesta degli stessi due di tornare alla facoltatività per approvare la finanziaria. Questo è il livello della politica trentina. La scuola oggetto di un baratto fra persone che non sanno come funziona la scuola». Per mesi dirigenti e insegnanti si sono impegnati per preparare l’introduzione dell’obbligatorietà; un lavoro ora reso inutile.
Il «cahier de doléance» è denso di argomenti. «Il concorso è nato male e proseguito peggio» sintetizza Di Fiore. Non tenendo conto dei rilievi sindacali, la Provincia ha infatti bandito un concorso provinciale fotocopia di quello nazionale. Rilievi sindacali che invece hanno informato la legge bolzanina. Risultato: a Trento una pioggia di ricorsi, a Bolzano nemmeno uno, neanche da parte del ministero. La «buona scuola» trentina (o «scuola alla buona» come preferisce chiamarla Di Fiore) ha evidenziato i medesimi problemi dell’analoga legge nazionale. «Per fortuna — commenta il segretario della Uil scuola — il rinvio al 2018 degli ambiti territoriali è positivo. Rilevo tuttavia che, dopo averlo considerato un punto qualificante della riforma, Rossi fa marcia indietro».
Il carosello di insegnanti all’inizio dell’anno scolastico costituisce un altro aspetto fortemente criticabile. «Un danno per alunni, famiglie e insegnanti» dichiara Di Fiore. A proposito di precari, il sindacalista cita un esempio: in base a una sentenza della Corte Costituzionale, anche gli insegnanti non di ruolo hanno diritto alla ricostruzione della carriera: davanti al giudice del lavoro pende un ricorso Uil relativo a circa 250 persone fra docenti e personale Ata per il riconoscimento di arretrati per un totale complessivo di 6700.000 euro. «Siamo costretti a rivolgerci alla magistratura perché la politica non ha alcuna intenzione di ascoltarci» spiega Di Fiore.
Ultimo, ma non meno importante, il problema del contratto. In Trentino gli insegnanti sono l’unica categoria a non aver rinnovato il contratto. Mentre gli impegni e le responsabilità dei docenti sono aumentati (vedi alternanza scuola-lavoro e trilinguismo), gli stipendi sono inalterati da anni. E in Trentino gli insegnanti non hanno nemmeno ricevuto i 500 euro elargiti ai colleghi del resto d’Italia.
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