24 gennaio 2017 – Trentino, Corriere del Trentino
Uil e Cgil: cantieri, no al commissario
Pomini con Daldoss: «È pragmatico»
La proposta dell’assessore divide i sindacati. Alotti: basta cultura dell’emergenza
La proposta di un commissario per sbloccare i lavori pubblici non divide solo la giunta provinciale, ma anche i sindacati. L’idea dell’assessore Carlo Daldoss non piace ai colleghi Alessandro Olivi e Mauro Gilmozzi (Corriere del Trentino di domenica); forti perplessità arrivano anche dalla Uil e dalla Cgil, mentre la Cisl apre e rilancia: «Se non va bene il commissario, si faccia un tavolo con tempi certi per risolvere la situazione. Daldoss è un uomo concreto, ha avuto il merito di sollevare il problema».
I numeri
La proposta Daldoss arriva sulla scorta di numeri impietosi per il sistema delle opere pubbliche in Trentino. Piazza Dante ha calcolato che sono almeno 400 i milioni di euro concessi dalla Provincia per opere comunali che non sono ancora partite. Un altro centinaio arrivano dagli stanziamenti del fondo strategico e dalle risorse previste dalla finanziaria. Mezzo miliardo di euro che, però, non si scarica nell’economia locale: in media, secondo le stime di Piazza Dante, tra il finanziamento e l’appalto passano dai tre ai cinque anni.
L’intervento di un commissario che appiani gli ostacoli, con la previsione della revoca dei finanziamenti in caso di ulteriori lungaggini, viene considerata «una forzatura» dal segretario della Uil, Walter Alotti. Il quale, tuttavia, non nasconde il problema: «C’è certamente un problema ed è necessario affrontarlo, ma sarebbe meglio evitare al Trentino il ricorso alla cultura dell’emergenza. Quella si applica a una circostanza straordinaria come il terremoto, non all’ordinaria amministrazione». Alotti propone di operare «tramite un più attento controllo dell’avanzamento degli appalti», ma a monte individua un altro nodo: «Il problema è di scelte politiche, di responsabilizzazione della giunta provinciale e dei Comuni. Gli uomini della salvezza non esistono. Quanto alle perplessità di Olivi e Gilmozzi, è anche loro compito cercare di migliorare la situazione».
Per Franco Ianeselli, segretario provinciale della Cgil, «è fondamentale intervenire ma l’avvento di un commissario sarebbe la presa d’atto del fallimento di un sistema». E aggiunge: «Da cittadino, prima ancora che da sindacalista, mi fa arrabbiare leggere di 500 milioni di soldi pubblici fermi. Il commissario? Mi devono spiegare che non si può fare diversamente». Ianeselli parla della giunta nel suo complesso: «Nell’esecutivo si diano una regolata. Si dà la rappresentazione di una dialettica tra il fare e il parlare, ma tutta la giunta deve “fare” e bisognerebbe che “facesse assieme”. Non è edificante vedere che un assessore propone il commissario e un altro è perplesso».
La sfida
Lorenzo Pomini, segretario della Cisl, prende le parti di Daldoss. «Il nodo è: quale proposta si può mettere in campo per mettere in circolo le risorse ferme? L’edilizia ha dimezzato gli addetti, il problema è serio e Daldoss ha avuto il merito di sollevarlo. Se l’idea del commissario non va bene perché ha un che di dirigista, si metta lì un’altra proposta senza limitarsi a criticare la prima. Daldoss è pragmatico: andrebbe imitato, anziché frenato». Da Pomini arriva anche una stoccata ai «nuovi civici», pur senza nominare i sindaci più in vista, come Francesco Valduga (Rovereto) e Roberto Oss Emer (Pergine): «Tutta la capacità di questi civici è tenere i soldi fermi?». L’alternativa suggerita da Pomini è aprire «un tavolo a termine per individuare i problemi e risolverli: dalla necessità di norme nuove a risolvere i blocchi amministrativi».
Scarica il pdf: Lavori ART 240117 (1)
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