26 febbraio 2017 – Corriere del Trentino
Sanifonds, tutti contro Plotegher
Ianeselli: «Con lei non abbiamo interlocuzione». Pomini: «Il Pd non merita un assessore così» Alotti: «Isolata, se non si esprime è meglio» De Laurentis: «Noi crediamo nel sistema Trentino»
La «non-posizione» di Violetta Plotegher sull’adesione dei dipendenti regionali a Sanifonds mette d’accordo Cgil, Cisl, Uil e Artigiani. Tutti d’accordo nel criticarla. Il segretario della Cisl, Lorenzo Pomini, è tranciante. «Il Pd avrà anche i suoi difetti, ma non merita un assessore così».
La trattativa sul rinnovo del contratto dei dipendenti della Regione (più quelli delle Camere di commercio di Trento e Bolzano) vede i sindacati interni spingere per un accordo indipendente dall’arrivo, a breve, degli oltre 400 amministrativi della giustizia «regionalizzati» e dubitare della bontà dell’ingresso in Sanifonds, il fondo sanitario integrativo di carattere territoriale varato in Trentino. In Provincia si lamenta anche la contrarietà dell’assessora regionale, già critica in passato sullo strumento, che richiesta ha spiegato: «Questi fondi esistono, sarà la contrattazione a decidere se e a quale fondo aderire».
«Premesso che, a differenza dei sindacati corporativi interni, come sindacato confederale riteniamo che escludere il personale della giustizia dal tavolo sarebbe una discutibile vittoria oggi e una certa sconfitta domani — esordisce il segretario della Cgil, Franco Ianeselli — il fatto che l’assessora sia agnostica su Sanifonds purtroppo non ci sorprende, ma pone un problema politico, visto che la maggioranza che rappresenta sostiene lo sviluppo del fondo e lo ha anche scritto nero su bianco nel programma. Il suo assessorato è forse il più importante in Regione, si occupa di coordinamento della previdenza complementare, volendo di coordinamento della sanità integrativa e di assegno al nucleo familiare. Lei ha interpretato il suo ruolo ritirandosi dalla previdenza complementare, boicottando la sanità integrativa e provincializzando l’assegno regionale al nucleo familiare. Non credo di dover aggiungere altro, se non che come Cgil di fatto non abbiamo una reale interlocuzione con l’assessora» conclude Ianeselli.
Non è più tenero il segretario della Cisl. «So di citare Dellai e lo faccio di proposito dicendo che su Sanifonds c’è chi ama segare il ramo su cui siamo seduti. È un atteggiamento masochistico non capire che si va verso l’espansione dei fondi sanitari integrativi, visto che le norme nazionali li hanno detassati. Possiamo scegliere se fare comunità e puntare su un fondo locale, o se lasciare che i lavoratori si iscrivano ciascuno a un diverso fondo nazionale. In questo modo, non solo porteremo risorse fuori dal territorio, ma offriremo probabilmente ai lavoratori un servizio inutile: la nostra sanità è megliore di quella nazionale, è quella che dobbiamo puntare a integrare. Integrare quella nazionale significa pagare per un servizio che probabilmente qui abbiamo già». C’è poi «il risvolto politico». «Abbiamo un assessore del Pd meno regionalista della Svp e che invita a scelte individuali, invece che collettive, cosa che mi aspetterei da un esponente della Lega. Il Pd avrà i suoi difetti, ma non merita un assessore così». L’ultima stoccata il segretario della Cisl la riserva ai «alle tante piccole sigle sindacali che stanno nascendo». «Quali sarebbero i problemi di Sanifonds a parte quelli sollevati da Plotegher e Donata Borgonovo Re? Forse il fatto che preferirebbero avere tanti piccoli fondi di categoria per sedersi nei vari cda?».
Il segretario della Uil, Walter Alotti fa buon viso a cattivo gioco: «L’assessora Plotegher non si esprime sull’adesione a Sanifonds? Visto come la pensa, meglio così. Conosciamo la sua posizione sul fondo di sanità integrativa, una posizione tutta sua che non condivide con il resto della maggioranza».
Roberto De Laurentis, presidente di Sanifonds oltre che degli Artigiani, questa volta sembra pensarla come la tradizionale «controparte». «Che dire? Sanifonds è nato proprio dalla condivisione delle parti sociali con la politica. Si tratta di un fondo realmente integrativo, per nulla sostitutivo. Se non fosse così, noi Artigiani non ci avremmo aderito, abbiamo già il nostro fondo sanitario nazionale. I fondi di questo tipo sono destinati a svilupparsi, visto che sono detassati. Noi abbiamo deciso di aderire a questo perché riteniamo offra servizi migliori ai nostri iscritti e perché crediamo in quel “sistema Trentino” che per altri è solo un concetto da evocare nella convegnistica. Dalla politica trentina mi attenderei una visione comune su questo punto» conclude il presidente del fondo.
Scarica il pdf: Sanifonds ART 260217
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