30 maggio 2017 – Trentino

La Coop Alto Garda nelle mani di Napoli

Il cda gli ha affidato la riorganizzazione della cooperativa. Confermato il piano industriale

In Coop Alto Garda sono ore di grande fermento con i sindacati che nella giornata di ieri si sono ritrovati nuovamente intorno al tavolo delle trattative, mentre in serata si è riunito l’attuale consiglio di amministrazione per provare a decidere quale futuro dare alla guida della cooperativa altogardesana. Dopo l’uscita di scena della presidente Chiara Maino, dimissionaria dopo l’assemblea dei soci svoltasi al Palacongressi, al consiglio spettava il compito di decidere se procedere verso il commissariamento, se trovare un presidente interno che non vada a ledere i già difficili equilibri o se indire nuove elezioni.

«Il cda di Coop Alto Garda si legge nella nota inviata ieri in tarda serata dalla Federazione delle cooperative ha confermato il piano industriale tendente a riportare in area di utile la cooperativa ed ha indicato, vista la disponibilità di Sait, Roberto Napoli, già presente in azienda da qualche settimana, a condurre la cooperativa in questa fase di passaggio e riorganizzazione». A presenziare, ieri, al fianco di Odorizzi e Pettinella della Federazione della Cooperativa Trentina con i sindacati vi era la vice presidente Claudia Angelini. Di fatto una trattativa ferma al palo con i sindacati di categoria Cgil Filcams, Cisl Fisascat e Uiltucs che chiedono di non prendere in considerazione i 15 esuberi preventivati nel piano industriale approvato dal Cda prima dell’assemblea dei soci. «Ci chiedono di proseguire nella trattativa per la riscrittura dell’integrativo ha fatto sapere Mirko Carotta di Cgil ma non possiamo prendere in considerazione di lavorare su di un contratto che andrà inevitabilmente a pesare sui lavoratori quando a monte vi è addirittura la prospettiva di licenziamenti. Non è sopportabile il peso del taglio sul personale e noi di Cgil Filcams chiediamo apertamente che il Cda stralci dal piano industriale gli esuberi in qualsiasi numero essi siano». Non un no netto al piano industriale nel suo insieme, quindi, ma un no categorico a un piano industriale che si basa in modo sostanzioso sul costo del personale. Carotta non nasconde che questa deve essere una priorità e avvisa le parti di essere pronti a tutte le azioni necessarie per contrastare l’accettazione degli esuberi. «No assoluto ai 15, 13, 10 esuberi, quanti siano. Faremo quanto è in nostro potere per opporci a questa decisione».

Scarica il pdf: Coop ART 300517