01 agosto 2017 – Trentino

Anziani, niente fusioni tra Apsp

Servizi in capo alle Comunità di valle Approvato il testo sullo Spazio argento. Aperta la partita delle gestioni associate

La Provincia, alla fine, fa retromarcia e cambia direzione. Niente più fusioni obbligatorie per le Aziende di servizi alla persona come previsto originariamente dalla riforma del welfare anziani: lo Spazio argento, il nuovo soggetto interdisciplinare destinato alla presa in carico degli anziani, sarà incardinato all’interno delle Comunità di valle. Viene meno, dunque, la facoltà di regia che sarebbe stata accordata a una delle Apsp di valle, che avrebbe reso necessaria l’unione fra case di riposo per garantire una programmazione territoriale organica. Resta da capire, sul fronte della governance, se le gestioni associate fra Apsp saranno un obbligo normativo.

Negli ultimi mesi, infatti, il tavolo di lavoro sulla riforma del welfare anziani si era concentrato sulla definizione dei compiti e del ruolo dello Spazio argento, «un luogo unico — spiega l’assessore Luca Zeni — dove i diversi professionisti che si occupano delle persone anziane lavorano insieme per la presa in carico». Dall’assistente sociale all’infermiere, dall’educatore professionale all’operatore socio-sanitario. È questo il documento che ieri, al termine dell’ultima seduta programmata, il tavolo di lavoro ha condiviso. Con la postilla finale riguardante l’assetto istituzionale, ovvero l’incardinamento nelle Comunità di valle.

«Allontanata la necessità, che sembrava prioritaria, di fusione delle Apsp, possiamo confermare la nostra apertura nel perseguire soluzioni che abbiano come finalità il riassetto dei servizi e la creazione di una loro regia unica» fa sapere Moreno Broggi, presidente di Upipa (l’ente che associa le Apsp del territorio e che aveva strenuamente contestato la proposta originaria dell’assessore Zeni di creare 16 agenzie Spazio argento al posto delle 41 Apsp). Soddisfatto anche il gruppo consiliare dell’Upt, che a sua volta si era messo di traverso chiedendo un ruolo per le Comunità di valle: «Riteniamo corretto e rispettoso delle Apsp trentine che possano decidere di fondersi liberamente». Parlano di riforma «monca», invece, i sindacati, secondo i quali «la fusione delle Apsp era lo strumento per garantire certezza al percorso di affidamento a un unico ente territoriale della gestione della filiera, oggi frammentata in più soggetti». Per Cgil, Cisl e Uil «mantenere l’attuale assetto delle Apsp potrebbe rendere improba la gestione del budget unitario (276 milioni di euro quello destinato agli anziani complessivamente, 132 i milioni che saranno trasferiti alle Comunità per le case di riposo, ndr)».

Rimane aperta la partita della governance e dell’efficientamento amministrativo, che la Provincia intende perseguire «attraverso delle direttive» per favorire migliori gestioni associate e collaborazioni fra case di riposo. «Una strada già intrapresa per quanto riguarda privacy, sicurezza, appalti e acquisti condivisi — secondo Broggi — l’auspicio è avere, nel giro di pochi anni, una piattaforma informatica che consenta la condivisione dei dati, la riduzione del personale amministrativo, la ricerca di economie di scala».

Scarica il pdf: Apsp ART 010817