01 febbraio 2019 – Corriere del Trentino
Reddito cittadinanza, i sindacati a Spinelli: «Bene l’emendamento»
«La strada dell’emendamento per coordinare il reddito di cittadinanza con l’assegno unico è quella giusta». Cgil, Cisl e Uil giudicano positivamente il pressing che Piazza Dante sta mettendo in atto per conciliare quota A dell’assegno unico trentino con la misura nazionale del reddito di cittadinanza. «Già con il Rei — ricordano i tre segretari generali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti — la precedente giunta provinciale si era mossa a livello parlamentare per ottenere una previsione legislativa che armonizzasse lo strumento nazionale con quello locale, riuscendoci. In Trentino il sistema di misure di sostegno al reddito è complesso e articolato, non è solo il reddito di garanzia, dunque è indispensabile trovare un punto di equilibrio. Quanto dichiarato dall’assessore Spinelli ci fa ben sperare».
Al momento però tutto è ancora molto confuso. I requisiti per accedere alla misura nazionale sono diversi da quelli dell’assegno unico e cambiano anche i sistemi di calcolo e gli sportelli che dovranno accogliere le domande. Quella per l’assegno unico veniva presentata all’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa, tramite degli sportelli di assistenza della Provincia o attraverso i patronati. Il modulo per il reddito di cittadinanza invece andrà compilato online tramite il portale messo a disposizione dall’Inps oppure ci si potrà fare aiutare dai Caf, soprattutto per quel che riguarda la predisposizione del modello Isee.
«Per ora la confusione regna sovrana — ammette Marco Colombo, responsabile del patronato Cgil — L’unica cosa che al momento possiamo dire a chi si rivolge a noi è di aspettare».
Il rischio, se non si arriva ad un’armonizzazione delle due misure, è che si debba ripartire da zero e che la platea degli aventi diritto si restringa. «L’adozione del reddito di cittadinanza così com’è porta ad una drastica riduzione del numero di beneficiari – sottolineano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Restiamo fermamente contrari all’ipotesi di imporre i dieci anni di residenza, criterio per noi discriminante e che con molta probabilità non reggerà all’esame della giurisdizione europea, probabilmente neanche della stessa Corte costituzionale».
Secondo il consigliere Pd, Alessandro Olivi, la Provincia non può limitarsi a un ragionamento tecnico-contabile, ma deve fare una valutazione politica della misura. «Per ora — dice Olivi — la giunta si sta preoccupando solo di quanti soldi si risparmiano e di come coordinare l’iter burocratico». Secondo l’ex vicepresidente della Provincia bisognerebbe invece ipotizzare di usare l’impianto dell’assegno unico per mantenere quella disciplina di welfare per garantire le tutele che non sono previste dal reddito di cittadinanza. «Su alcune questioni — aggiunge Olivi — dovremmo avere il coraggio di dire che noi non recepiamo tout court le direttive nazionali. Penso ad esempio al vincolo dei dieci anni di residenza che rischia di danneggiare non solo gli stranieri, ma anche tanti italiani che magari decidono di rientrare nel nostro Paese dopo aver vissuto per qualche anno all’estero».
I Caf intanto continuano a ricevere telefonate, così come aumenta la platea di coloro che fanno domanda per andare in pensione anticipata con «quota 100». Secondo l’Inps, nei primi tre giorni, a Trento sono già arrivate 66 richieste, 34 a Bolzano.
Scarica il pdf: reddito cittadinanza ART 010219
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