07 marzo 2019 – Corriere del Trentino
Reddito, Trento parte lenta. È scontro tra 5 Stelle e Lega. Nei caf una cinquantina di persone. Uil: molte chiamate dagli stranieri residenti
Nel primo giorno utile per poter presentare le domande per il reddito di cittadinanza agli uffici postali regnava la calma e anche ai caf non ci sono state quelle code che si temevano. Alle poste di via Gazzoletti erano in pochi. E la maggior parte di loro era lì per sbrigare pratiche ordinarie, come pagamenti o spedizioni. Anche al caf della Cisl nell’intera mattinata non si sono presentate più di venti persone. «Alcuni sono venuti solo a chiederci delucidazioni sulla documentazione da presentare — raccontano — altri invece avevano già fatto l’Isee e hanno preso appuntamento». I primi sono stati fissati
per il 12 marzo. A chiedere informazioni sono state soprattutto famiglie, per lo più straniere. Una tendenza confermata anche dal caf della Uil: «Sono arrivate molte chiamate, anche da parte di persone che non hanno il requisito dei dieci anni di residenza in Italia. Abbiamo dovuto spiegare loro che non hanno diritto al reddito».
La Cgil ha già fissato un centinaio di appuntamenti per dopo il 25 marzo, ma ieri al caf si sono presentate poco più di dieci persone. In tutta Trento saranno state una cinquantina.
«Gli assalti agli sportelli non fanno parte del nostro modo di essere, noi trentini siamo sobri», scherza il presidente di Confindustria Fausto Manzana, ma sui futuri sviluppi preferisce non sbilanciarsi: «Si tratta di una misura importante. Va misurata entro qualche mese per capire che esito avrà».
Gli interrogativi aperti rimangono ancora molti e per avere delle risposte bisognerà aspettare. Anche perché l’emendamento al decreto che stabilirà come verrà declinato in provincia dovrebbe arrivare in aula a Montecitorio la prossima settimana. Il presidente regionale dell’Inps Marco Zanotelli, però, si dimostra tranquillo: «Stiamo lavorando con una normativa in corso, che potrà subire qualche piccola modifica, ma l’ossatura c’è — ha affermato ieri — giorno dopo giorno risolveremo tutti i problemi, così come abbiamo fatto per quota 100». Le richieste di pensione anticipata ricevute finora sono più di cinquecento. L’adesione dei cittadini è stata «lenta, ma progressiva», al contrario di quanto si aspettassero all’Inps. Ecco perché il presidente è cauto nel fare pronostici sul reddito di cittadinanza: «È difficile fare stime, noi a ogni modo siamo pronti. Compito dell’istituto, una volta ricevuti i dati dalle Poste o dai caf, è determinare entro il 15 aprile il respingimento o l’accoglimento della domanda e in questo secondo caso comunicare l’importo da caricare sulla carta prepagata — chiarisce Zanotelli — vedremo cosa succederà con l’integrazione a livello provinciale, ma siamo abituati a lavorare con Piazza Dante». Insomma, andrà tutto bene: «Ci rivolgiamo a due province che non hanno problemi di povertà gravi come quelli di altre regioni d’Italia – chiosa – e che su questo hanno lavorato da sempre e in particolare con la Provincia di Trento siamo abituati a collaborare».
Secondo le prime stime sarebbero circa 4000 i nuclei familiari beneficiari della nuova misura. «Fortunatamente da noi il benessere è abbastanza diffuso, quindi la platea non è particolarmente ampia. Questo in parte spiega l’assenza di grandi numeri agli sportelli», osserva Filippo Degasperi, consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle. «Alcune persone hanno chiamato anche il nostro gruppo consiliare per sapere cosa dovessero fare per presentare la domanda — racconta Degasperi — Abbiamo consigliato a tutti di attendere. Di questo stallo normativo è responsabile chi governa la Provincia, che si è limitato a copiare il decreto nazionale».
Per il Carroccio la scarsa affluenza del primo giorno è la dimostrazione del fatto che in Trentino non c’è un’emergenza povertà e il welfare funziona. «Bisogna evitare il più possibile gli abusi — afferma il segretario provinciale Mirko Bisesti — Il nostro contributo è stato determinante. Rispetto a quella che era la proposta iniziale la Lega è riuscita a mettere dei paletti per premiare chi si trova davvero in una situazione di bisogno».
per il 12 marzo. A chiedere informazioni sono state soprattutto famiglie, per lo più straniere. Una tendenza confermata anche dal caf della Uil: «Sono arrivate molte chiamate, anche da parte di persone che non hanno il requisito dei dieci anni di residenza in Italia. Abbiamo dovuto spiegare loro che non hanno diritto al reddito».
La Cgil ha già fissato un centinaio di appuntamenti per dopo il 25 marzo, ma ieri al caf si sono presentate poco più di dieci persone. In tutta Trento saranno state una cinquantina.
«Gli assalti agli sportelli non fanno parte del nostro modo di essere, noi trentini siamo sobri», scherza il presidente di Confindustria Fausto Manzana, ma sui futuri sviluppi preferisce non sbilanciarsi: «Si tratta di una misura importante. Va misurata entro qualche mese per capire che esito avrà».
Gli interrogativi aperti rimangono ancora molti e per avere delle risposte bisognerà aspettare. Anche perché l’emendamento al decreto che stabilirà come verrà declinato in provincia dovrebbe arrivare in aula a Montecitorio la prossima settimana. Il presidente regionale dell’Inps Marco Zanotelli, però, si dimostra tranquillo: «Stiamo lavorando con una normativa in corso, che potrà subire qualche piccola modifica, ma l’ossatura c’è — ha affermato ieri — giorno dopo giorno risolveremo tutti i problemi, così come abbiamo fatto per quota 100». Le richieste di pensione anticipata ricevute finora sono più di cinquecento. L’adesione dei cittadini è stata «lenta, ma progressiva», al contrario di quanto si aspettassero all’Inps. Ecco perché il presidente è cauto nel fare pronostici sul reddito di cittadinanza: «È difficile fare stime, noi a ogni modo siamo pronti. Compito dell’istituto, una volta ricevuti i dati dalle Poste o dai caf, è determinare entro il 15 aprile il respingimento o l’accoglimento della domanda e in questo secondo caso comunicare l’importo da caricare sulla carta prepagata — chiarisce Zanotelli — vedremo cosa succederà con l’integrazione a livello provinciale, ma siamo abituati a lavorare con Piazza Dante». Insomma, andrà tutto bene: «Ci rivolgiamo a due province che non hanno problemi di povertà gravi come quelli di altre regioni d’Italia – chiosa – e che su questo hanno lavorato da sempre e in particolare con la Provincia di Trento siamo abituati a collaborare».
Secondo le prime stime sarebbero circa 4000 i nuclei familiari beneficiari della nuova misura. «Fortunatamente da noi il benessere è abbastanza diffuso, quindi la platea non è particolarmente ampia. Questo in parte spiega l’assenza di grandi numeri agli sportelli», osserva Filippo Degasperi, consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle. «Alcune persone hanno chiamato anche il nostro gruppo consiliare per sapere cosa dovessero fare per presentare la domanda — racconta Degasperi — Abbiamo consigliato a tutti di attendere. Di questo stallo normativo è responsabile chi governa la Provincia, che si è limitato a copiare il decreto nazionale».
Per il Carroccio la scarsa affluenza del primo giorno è la dimostrazione del fatto che in Trentino non c’è un’emergenza povertà e il welfare funziona. «Bisogna evitare il più possibile gli abusi — afferma il segretario provinciale Mirko Bisesti — Il nostro contributo è stato determinante. Rispetto a quella che era la proposta iniziale la Lega è riuscita a mettere dei paletti per premiare chi si trova davvero in una situazione di bisogno».
Scarica il pdf: reddito ART 070319
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