26 marzo 2019 – Corriere del Trentino
Largher: «Partita complessa, serve un cambio di passo a partire dagli esercenti»
«Quella che i negozi tradizionali hanno di fronte è una partita complessa, ma la soluzione non può essere rincorrere la politica dei centri commerciali». Walter Largher, segretario della UilTucs, su questo non ha dubbi. «Non è puntando sulle aperture domenicali o ritardando le chiusure che si salvano le piccole attività commerciali. — dice — Su quel fronte le grandi catene saranno sempre più competitive,
non ha senso inseguirle».
Secondo Lei cosa si può fare per garantire la sopravvivenza delle botteghe storiche?
«Servono proposte alternative. Bisogna puntare su un’offerta differenziata, senza scimmiottare i centri commerciali. La città in passato ha fatto delle operazioni giuste, come l’Autunno Trentino. I negozi del centro devono riuscire a caratterizzarsi e a trovare un proprio target di
riferimento, invece di inseguire quello delle grandi catene. Per fare questo serve una programmazione di lungo periodo».
Crede che l’amministrazione deva pensare un piano di sviluppo, come chiedono i commercianti?
«Chiedere l’intervento della politica va bene, ma non basta. Gli esercenti non possono stare sempre alla finestra in attesa che arrivi qualcosa. Dovrebbero dirci cosa vogliono fare per rilanciare il centro. Qui serve una visione del futuro e non ho ancora capito quale sia la loro».
Lei dice che non ha senso puntare sulle aperture domenicali. Però rimane il fatto che i giorni festivi sono quelli in cui il centro si anima di più.
«Questo è vero, ma assistiamo a un paradosso. Ci sono i negozi in franchising aperti e molti ristoranti chiusi. Credo che per un turista che viene a Trento sia più importante poter assaggiare un piatto tradizionale, che andare a comprare una maglia o una borsa in un negozio che può trovare anche nella sua città».
Scarica il pdf: Largher ART 260319
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