Trento, 29 maggio 2019

Ai Presidenti dei Gruppi consiliari
del Consiglio della Provincia autonoma di Trento SEDE

E p.c.

Al Presidente del Consiglio
della Provincia autonoma di Trento SEDE

Gentilissimi Presidenti,

le misure sul sistema di accoglienza trentino stanno producendo e produrranno sul territorio gravi conseguenze in termini occupazionali, con perdita di almeno 200 posti di lavoro, senza considerare l’indotto, ed altrettante professionalità ed alte competenze di cui si priva – in ogni caso – l’intero territorio e la nostra Comunità.

Si tratta di giovani in larga parte laureati, con formazione specifica, che si occupano di integrazione, assistenza psicologica, insegnamento della lingua e cultura italiana, assistenza nel percorso di formazione e orientamento al lavoro, interlocuzione con gli enti pubblici e privati, di cui nessuno si interessa, quasi fossero lavoratori di serie B che non meritano l’attenzione della Giunta Provinciale, la stessa che – con le proprie scelte – ha prodotto questa situazione; la medesima Giunta che, giustamente, interviene invece nelle crisi industriali, del manifatturiero e qualsiasi altro settore sul territorio, a tutela del lavoro e dei lavoratori coinvolti.

Nonostante l’ampiezza del fenomeno, i lavoratori dell’accoglienza restano invece senza alcuna prospettiva, senza ascolto, addirittura mortificati nella propria dignità di lavoratori da un processo di svalorizzazione del loro ruolo, operato anche da parte di importanti organi istituzionali provinciali. Essi difficilmente troveranno ricollocazione nelle stesse Cooperative ed Enti accreditati, spesso costituiti da una decina di dipendenti in tutto, e ciò malgrado lo sforzo che questi ultimi riescono a mettere in campo in tal senso.

Tutto questo avviene senza che ci sia stato ad oggi uno spazio di confronto con il sindacato che rappresenta queste lavoratrici e questi lavoratori, la cui professionalità viene ignorata se non irrisa, travolta da una disputa tutta ideologica e volta al consenso anziché rappresentare concretamente il valore di un servizio pubblico fondamentale, quale può essere l’integrazione e la possibilità di civile convivenza costruita con lavoro e passione.

Soprattutto, non è stato dato alcun seguito all’impegno assunto il 14 gennaio scorso dal Presidente Fugatti per la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra parti datoriali, sindacati e PAT per affrontare le conseguenze dei tagli, la tempistica delle misure in progetto, la ricollocazione straordinaria degli esuberi: in sostanza gli interventi atti a gestire questa grave crisi occupazionale.

Riteniamo ingiustificabile e inaccettabile che non si onorino gli impegni assunti nei confronti di questi giovani lavoratori e per questo sollecitiamo ancora una volta l’urgenza di un tavolo di discussione.

Questa vicenda si inserisce in un quadro sempre più confuso rispetto agli indirizzi delle politiche sociali e assistenziali della nostra provincia. Non si ha chiarezza di quali e quante saranno le risorse a disposizione degli enti locali per programmare le attività di assistenza a minori, adulti, anziani e disabili sul territorio, né quelle per coprire gli aumenti del contratto collettivo nazionale delle coop sociali e per rilanciare l’integrativo provinciale fermo dal 2006, mentre si avvicina a ritmo spedito il termine per definire il nuovo assetto degli strumenti di affidamento dei servizi stessi, dopo anni di proroghe. Non sia conoscono i progetti della Giunta in merito alle politiche abitative. Non esiste ancora una prospettiva chiara sull’attuazione del cosiddetto Welfare Anziani e sul varo degli Spazi Argento. Il tutto oggi è aggravato dall’annuncio di tagli alla sanità trentina per quasi il 10% del bilancio dell’Apss

Dopo sei mesi di silenzio è tempo che il Governo e le Istituzioni provinciali battano un colpo per potenziare il welfare provinciale. Non vorremmo infatti che diventasse una realtà quello che oggi è ancora solo un timore: la contrazione della qualità dei servizi di inclusione sociale offerti ai cittadini e alle famiglie più fragili, nelle città come nelle valli, e il peggioramento delle condizioni occupazionali di migliaia di operatori che lavorano quotidianamente nel settore con l’unico scopo di rafforzare il capitale sociale del nostro territorio,.

Per questo motivo vi chiediamo di sollecitare la Giunta provinciale affinché avvii immediatamente un tavolo di confronto sul destino occupazionale degli operatori dell’accoglienza e al contempo, più in generale, compia i passi necessari per rafforzare e qualificare il sistema di welfare locale ed i servizi di inclusione sociale sul nostro territorio.

Scarica il pdf: 190529_bozza_nota_unitaria_presidio_accoglienza