21 agosto 2019 – Trentino

Asse tra Coop e sindacati «Basta appalti low cost»

Il tavolo. Ieri i segretari di Cgil, Cisl e Uil si sono incontrati con la presidente della Federazione Marina Mattarei: «La Provincia tuteli i lavoratori e le imprese trentine nelle gare»

Maxiappalti pubblici che si traducono in un bagno di sangue per le imprese per i lavoratori trentini. Ormai sono sempre di più gli esempi di gare, soprattutto per servizi, che finiscono immancabilmente con la vittoria di gruppi o cooperative che vengono da fuori regione e che abbassano l’offerta economica risparmiando sul costo del lavoro. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello dell’appalto per le portinerie dell’Università che si è concluso con il taglio del 30 per cento del salario dei dipendenti.
Per cercare di ovviare a queste conseguenze spesso disastrose, i sindacati e la Federazione della Cooperazione trentina ora cercano di fare fronte comune. Così ieri c’è stato un vero e proprio tavolo al quale hanno partecipato la numero uno della Cooperazione Marina Mattarei, il direttore Alessandro Ceschi e i segretari di Cgil, Cisl e Uil Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti.
Nella riunione, che si è tenuta all’ultimo piano del palazzo della Cooperazione, si è raggiunta una posizione comune da presentare poi in Provincia per chiedere sia che le norme sugli appalti di servizi vengano cambiate sia che si torni indietro in autotutela sugli ultimi appalti aggiudicati.
L’esigenza di mettersi insieme è venuta proprio dagli ultimi esiti. Come è accaduto per il maxiappalto per le pulizie in Provincia, dove le imprese e le cooperative trentine si sono dovute accontentare delle briciole dovendo sperare solo nei subappalti. In pochi mesi gli appalti di servizi a scadenza interessano duemila persone. A partire dai 54 addetti al servizio di portierato dell’Università, per passare alle duemila lavoratrici delle pulizie della Provincia, del Comune di Trento e delle case di riposo, alle 49 addette alle mense dell’Opera Universitaria, alle 36 maschere del Centro culturale Santa Chiara. E l’anno prossimo, poi, andranno a scadere gli appalti per le pulizie degli ospedali, che interessano 800 lavoratori, e per la mensa dell’ospedale Santa Chiara, con un altro centinaio di addetti. Insomma, se non si corre ai ripari si rischia un vera e proprio bagno di sangue sociale, come spiega Alotti: «È inutile che la giunta provinciale guidata da Fugatti dica che l’appalto delle pulizie è stato preparato dalla giunta precedente e che non si può fare niente. Loro lo avevano aspramente criticato quando erano all’opposizione e ora devono correggerlo. Hanno tutte le possibilità di farlo. Possono agire in autotutela e annullare quegli appalti con ribassi eccessivi che vanno a incidere sia sul trattamento economico dei lavoratori sia sul mantenimento dei posti di lavoro. Ma la giunta deve tenere conto anche delle ricadute sul territorio degli appalti di servizi. Il maxiappalto delle pulizie è finito a operatori di fuori regione e alle imprese trentine sono finiti solo i subappalti. La Provincia, però, può intervenire».
I sindacati già nei giorni scorsi avevano avanzato la richiesta alla Provincia di adottare il sistema scelto dalla regione Toscana, che ha adottato una legge che prevede il mantenimento dei posti di lavoro e delle retribuzioni in caso di cambio di appalto. Questo per evitare che le imprese si facciano concorrenza sulla pelle dei lavoratori.

Scarica il pdf: Coop ART 210819