14 settembre 2019 – Trentino

«Esami a settembre? Basta annunci, Bisesti ci convochi»

Scuola. I sindacati incalzano l’assessore: «Non si butti a mare il sistema dei debiti formativi»
Di Fiore: «I docenti hanno 70 ore l’anno aggiuntive da fare, si usino per il recupero degli studenti»

«Sulla reintroduzione degli esami a settembre manca qualsiasi testo ufficiale su cui confrontarsi. Veniamo a sapere delle intenzioni dell’assessore Bisesti dai giornali o dai social. Bisesti ignora il confronto con i sindacati della scuola e si rischia di andare verso una riforma affrettata solo per poter dire di averla fatta». Così i sindacati della scuola, in maniera pressoché unanime, criticano l’introduzione degli esami a settembre, per ora solo annunciata dall’assessore provinciale all’istruzione Mirko Bisesti che vorrebbe mandare “in soffitta” il sistema dei debiti formativi, perché non garantirebbero il superamento delle lacune.
«Il sistema dei debiti è migliorabile osserva Cinzia Mazzacca, segretaria della Cgil Scuola Ma non è facendo passi indietro verso gli esami di riparazione che si favorisce il recupero degli studenti».
Mazzacca spiega le criticità del sistema proposto: «Con gli esami a settembre, a inizio anno il consiglio di classe spesso decide di passare un colpo di spugna sulle carenze dello studente, che non viene “fermato” e fa regolarmente l’anno scolastico. Lo dimostrano le percentuali molto elevate di promossi a settembre a livello nazionale, dove sono in vigore gli esami di riparazione. Non credo che in due mesi d’estate gli studenti recuperino miracolosamente un anno di carenze». Mazzacca indica il sistema dei debiti come più efficace: «Per lo meno, lo studente può colmare le lacune in corso d’anno facendo ricorso ai suoi docenti. Servono investimenti sugli insegnanti perché possano dedicare delle ore per il recupero degli studenti in difficoltà». Di simile avviso Stefania Galli (segretaria Cisl Scuola), che conferma come da parte di Bisesti non sia partito nessun confronto: «Leggiamo le sue intenzioni dai giornali, non è stato ancora aperto nessun tavolo con gli operatori della scuola. Bisesti sembrerebbe ipotizzare l’introduzione degli esami di riparazione 2020/2021. Il tempo stringe e si rischia di approvare una riforma frettolosa. L’assessore ha dichiarato di voler sentire la consulta degli studenti. Bene, quando avrà finito di sentire la consulta, i genitori, eccetera, si degni di sentire anche noi». Anche Pietro Di Fiore (segretario Uil Scuola) chiede un confronto ufficiale: «L’assessore Bisesti è molto occupato a twittare, mentre noi non sappiamo nulla di ufficiale su questa riforma». Di Fiore sottolinea l’impatto della reintroduzione degli esami sull’organizzazione scolastica: «Quando allora ministro Fioroni reintrodusse nel 2007 gli esami di riparazione a livello nazionale, aveva previsto anche dei fondi per reintrodurre l’obbligatorietà degli sportelli di recupero durante l’anno. Non basta rimandare a settembre e lasciare che lo studente si arrangi durante l’estate». Di Fiore sostiene la necessità di intervenire sui contratti dei docenti, favorendo proprio le attività di recupero: «Per contratto abbiamo una montagna di 70 ore l’anno da recuperare, anziché usarle per farci fare da badanti, le si usi per il sostegno a studenti con debito».

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