27 settembre 2019 – Trentino

«Alzheimer, ora va avviata la riforma del welfare»

Il Caso della settimana. I sindacati dei pensionati tornano a sollecitare la giunta: «Metà
dei malati è a carico delle famiglie. Perché ritardano lo Spazio Argento e non aggiungono risorse?»

I problemi delle famiglie legati alla gestione dei malati di Alzheimer che abbiamo evidenziato questa settimana riguardano in una prospettiva più generale tutto il mondo della non autosufficienza e gli anziani. Un tema sul quale la precedente giunta provinciale ha tentato di dare una risposta con la riforma del welfare il progetto dello “Spazio Argento”, il punto di riferimento unico per le persone anziane e le loro famiglie, sia per le esigenze socio sanitarie sia per quelle socio assistenziali che dovrà garantire ascolto, informazioni, orientamento, presa in carico e monitoraggio dei servizi offerti. Si occuperà anche di invecchiamento attivo e prevenzione con un ruolo di coinvolgimento e valorizzazione di tutte le risorse territoriali che si occupano e si preoccupano dell’anziano e della sua famiglia. La nuova giunta provinciale ha però rinviato di un anno il via della riforma e oggi dopo i servizi sull’Alzheimer del Trentino i sindacati tornano a farsi sentire: «Poco meno di 8mila over 65 affetti da demenza in Trentino sono numeri importanti che dimostrano la dimensione del problema e impongono la necessità di scelte coraggiose. È ora che ne prenda atto anche questa giunta provinciale avviando la riforma del welfare anziani. Le famiglie e gli anziani non possono essere lasciati soli» affermano i tre segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, Ruggero Purin, Tamara Lambiase e Claudio Luchini. «Sembra che ormai la sperimentazione dello Spazio Argento sia pronta a partire ed è un primo dato positivo – dicono – ma gli anziani e le loro famiglie hanno bisogno di tempi rapidi. Serve un sistema che sia in grado di assicurare in tutto il territorio provinciale una totale presa in carico della persona, un coordinamento forte tra la dimensione della prevenzione e quella della cura, dalle cure primarie alle cronicità».
Oggi circa la metà degli anziani affetti da problemi di Alzheimer e demenza in genere è fuori dal circuito pubblico di assistenza ed è gestito totalmente dalle famiglie. La gran parte di queste persone, inoltre, è accudito in casa propria. «La questione delle cure domiciliari è un’altra importante sfida a cui non è più possibile sottrarsi – insistono i tre segretari – sia per una ragione di costi sia perché mantenere l’anziano in casa propria è meglio per la persona».
Per questa ragione secondo Spi, Fnp e Uil Pensionati non c’è più tempo da perdere. «La riforma è nata con l’obiettivo di mettere in rete le competenze sul territorio, di favorire l’integrazione tra dimensione di assistenza e dimensione sanitaria. È ora di avviare una legge che per i suoi contenuti è innovativa. Il numero delle persone anziane e non autosufficienti è destinato ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione. Non affrontare il problema procrastinando le decisioni sarebbe un gravissimo errore» aggiungono.
Resta la forte preoccupazione per le risorse: l’assistenza agli anziani ha bisogno di maggiori investimenti, ma intanto non sono state previste risorse aggiuntive. E il quadro si complica ulteriormente se si considerano gli imponenti tagli programmati alla sanità trentina per i prossimi tre anni.

Scarica il pdf: alzheimer ART 270919