28 settembre 2019 – Corriere del Trentino

L’onda verde invade la città «Salviamo il nostro pianeta»

 

«Block the city, save the planet»: blocchiamo la città, salviamo il pianeta. In testa al corteo, lo striscione firmato «Fridays for future», ieri mattina, ha fatto strada ad un serpentone di circa 8.000 manifestanti che si insinuavano tra le vie del centro storico di Trento, esibendo migliaia di cartelloni di protesta e gridando contro l’impassibilità delle istituzioni di fronte ai cambiamenti climatici. Rispetto ai primi due scioperi primaverili, la terza marcia globale della «natura che resiste» è stata probabilmente la più partecipata, ma anche la più provocatoria con il sit-in non previsto in Piazza Venezia, che ha creato disagio al traffico e qualche fastidio alle forze dell’ordine. Concludendosi, tuttavia, in un clima sereno e lasciando pulite le strade (gruppi spontanei di ragazzi si sono occupati pure di questo).
Anche ieri il ritrovo dei manifestanti è stato alle 9 sul selciato di via Verdi. Questa volta, però, alla partenza, il solito furgoncino bianco in testa alla marcia aveva il muso puntato verso la fontana del Nettuno. Come era stato annunciato nei giorni scorsi — suscitando polemiche con il questore di Trento — il corteo non ha fatto il giro della città percorrendo inizialmente via Rosmini, ma si è infilato simbolicamente nel centro cittadino tagliando piazza Duomo. Un serpentone rivestito da squame di tutte le età: ragazzi e ragazze delle scuole superiori (soprattutto), giovani universitari, studenti delle medie, adulti (in minoranza) e alcune classi delle scuole elementari e dell’infanzia. «Siamo venute a manifestare perché oramai ci sono le prove scientifiche sul fatto che ci siano dei cambiamenti climatici in atto — spiegano Dalila e Alice, studentesse diciottenni del liceo linguistico — Il tema centrale è il clima, e non la politica. Se vogliamo il cambiamento dobbiamo passare oltre gli schieramenti».
Ma dopo aver percorso via Oss Mazzurana, via Manci, piazza Cesare Battisti, via Mantova e via Calepina, si è creata la prima (piccola) frattura interna al corteo. La deviazione non prevista da pro-
tocollo verso Piazza Venezia e la successiva occupazione del viale S. Francesco d’Assisi — che ha bloccato il traffico per una mezzoretta — non è stata gradita, infatti, dalla Cgil, che insieme a Uil, Futura, Verdi, Anpi, Assemblea antirazzista e comitati No Valdastico ha aderito alla manifestazione. «Non tutti erano consapevoli di questa iniziativa» annota una portavoce della delegazione Cgil. A seguire una discussione accesa tra gli organizzatori e i dirigenti della Polizia di Stato, conclusasi con un preavviso dei provvedimenti che saranno presi di conseguenza.
Dopodiché la marcia ha ripreso il cammino lungo la parallela di via Dietro le Mura ed è tornata ad insinuarsi tra le vie del centro storico fino all’arrivo davanti al Palazzo di Sociologia, in via Verdi. «Personalmente mi sento orgogliosa della mia generazione e di questa città che hanno indicato la strada da percorrere a una classe politica che sonnecchia ancora nel paleolitico — commenta soddisfatta Silvia Rigo, una delle organizzatrici dell’evento «Fridays for future Trento» — Abbiamo trattato, nei numerosi interventi, temi molto scottanti: il sovraconsumo, la fast fashion, il continuo utilizzo e finanziamento dei combustibili fossili, le grandi opere che vogliono distruggere il nostro territorio».
Tra i temi affrontati anche il potenziamento del sistema del trasporto pubblico nelle valli. E a tal proposito la consigliera provinciale Lucia Coppola (Futura) ha sottolineato l’ingorgo e «i disagi nei trasporti pubblici». «Moltissime persone, in particolare quelle provenienti dalle valli e dalla periferia della città — scrive in una nota la consigliera — non sono riuscite a salire sui mezzi pubblici perché troppo affollati».

 

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