Mediocredito: La UIL insiste: gli enti pubblici cedano le quote agli imprenditori ed ai cittadini e si crei una banca ad azionariato popolare
2.11.2019 – Mediocredito: gli imprenditori vogliono una banca del territorio, senza però metterci un euro. La UIL insiste: gli enti pubblici cedano le quote agli imprenditori ed ai cittadini e si crei una banca ad azionariato popolare.
Il Presidente Manzana all’Assemblea di Confindustria a Riva e quello di Ance di Trento Misconel, a Roma, dall’ assise annuale nazionale dei costruttori edili, lanciano l’allarme sul futuro di Mediocredito, alla luce evidentemente del crollo dei crediti registrato , negli ultimi anni, in Trentino, soprattutto quello erogato alle piccole medie imprese. La banca d’investimenti di via dei Paradisi è infatti sempre più destinata, a parere anche della Uil trentina, ad entrare nell’orbita di Cassa Centrale Banca, il gruppo bancario di credito cooperativo delle “ex” Casse Rurali Trentine, ormai divenuto, vocato ed impegnato sempre più nel mercato bancario del credito nazionale, come si desume dalla vicenda “Carige”, piuttosto che a livello locale.
Anche altri osservatori hanno notato l’esigenza e l’azione di CCB nel cambio del modello di sviluppo e la sua ineludibile esigenza di rispondere ed adeguarsi più agli standard patrimoniali e reputazionali nazionali ed europei, che alla storica mission ed attenzione alle imprese e famiglie di ambito locale. Ergo, i quasi 20 miliardi di euro di risparmi delle formichine trentine (remunerati allo 0,01%), oggi depositati sui conti trentini, verranno prestati, ancora più che nel recente passato, a imprese e famiglie non trentine dalle banche -compresa CCB- oramai non più trentine, che sul nostro territorio fanno comunque una rilevante raccolta a buon mercato.
E proprio per questa ineludibile variazione di indirizzo politico ed operativo, anche delle “ex” Casse Rurali Trentine, la UIL rilancia allora, ancora una volta, l’idea della trasformazione di Mediocredito Trentino Alto Adige in una banca di territorio, ad azionariato popolare, col coinvolgimento certo di qualche gruppo finanziario locale, delle multinazionali con base trentina e proprio di quegli imprenditori trentini, oggi preoccupati, disposti ad investire e rischiare qualcosa per mantenere una banca di interesse locale forte ed indipendente, sganciata fra l’altro dagli orientamenti politici delle giunte provinciali di turno. Ciò con il vantaggio per i neo cittadini azionisti di avere a fine anno magari dei dividendi e un vero valore della loro quota da vendere, se necessario, oppure da tenere come investimento.
All’appello quindi dell’imprenditoria trentina alla politica di rimanere e possibilmente aumentare la presenza in Mediocredito, per essere credibile, deve seguire un suo impegno, un investimento responsabile e concreto, diretto, nella partita in corso, se si vuole evitare la sparizione dell’ultima possibile banca trentina, col rischio di rimanere, tutti, succobi del credito nazionale o, nella migliore delle ipotesi, sudtirolese.
Walter Alotti
Segretario
Uil del Trentino
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