14 novembre 2019 – Trentino

Scuola, timida apertura sugli aumenti

L’incontro. Ieri duro confronto tra il presidente Fugatti, l’assessore Bisesti e i sindacati. In un primo tempo la Provincia aveva offerto solo pochi euro; poi ha ipotizzato di riconoscere ai docenti uno 0,9% dello stipendio, ma solo per il 2019

Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Anzi, neanche quello, visto che il vertice di ieri tra il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, l’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti e i sindacati si è chiuso con un’apertura, ma molto timida, da parte della giunta. L’incontro si è aperto in ritardo a causa della votazione in Consiglio regionale sui vitalizi. In avvio c’era il presidente Fugatti con il dirigente Roberto Ceccato. Subito la Provincia si è mostrata con «il braccino corto» offrendo ai sindacati la sola vacanza contrattuale, cioè circa 10 euro al mese per ciascuno dei quasi 14mila addetti alla scuola. I sindacati hanno ribattuto a gran voce facendo osservare che l’Alto Adige ha già riconosciuto agli insegnanti un aumento del 4,8% per il triennio 2019/2020/2021. Non solo, anche a livello nazionale, dove il pil pro capite è più basso di quello trentino, la finanziaria ha riconosciuto un aumento del 3,5%. In confronto la misera vacanza contrattuale sembrava proprio poco, come osserva Cinzia Mazzacca della Cgil: «C’è un norma di attuazione secondo la quale il trattamento degli insegnanti trentini deve essere uguale o superiore a quello dei colleghi del resto d’Italia e non può essere mai inferiore. Abbiamo chiesto alla Provincia se voleva continuare con un atteggiamento illegittimo». Alla fine l’assessore Bisesti, che nel frattempo aveva dato il cambio al presidente Fugatti, ha aperto a riconoscere un aumento pari al valore dell’indice di adeguamento Ipca che per il 2019 è dello 0,9%. Mentre non ci sono state assicurazioni per gli altri due anni. Quindi il topolino alla fine c’è stato, anche se sottoforma di una timida apertura. Infatti, l’assessore ha chiesto che i sindacati formulino una proposta e poi si cercherà di trovare le risorse da mettere nella finanziaria. Per il 2020 e il 2021 se ne parlerà con l’assestamento di bilancio di luglio.
Pietro Di Fiore e Marcella Tomasi della Uil scuola osservano: «Le risorse anche se in diminuizione continuano ad esserci: è la parte politica che decide dove allocarle. È la Politica deve dire se intende valorizzare il lavoro delle Persone di Scuola. Per nostra parte non ci possiamo accontentare della mera Indennità di Vacanza Contrattuale (il 30% dell’IPCA da aprile a giugno, il 50% da luglio in poi). Almeno l’IPCA (indice dei prezzi – detratti gli idrocarburi armonizzato a livello europeo) deve essere attribuito a tutti i lavoratori. Si tratta dello 0.9% per tutto il 2019: consentirebbe, quantomeno, un minimo di recupero del potere d’acquisto dei salari. Si mandino le direttive in APRaN, si attribuisca l’IPCA, si inizi a discutere la parte ordinamentale (giuridica) del Contratto».

Scarica il pdf: scuola ART 141119