12 dicembre 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

La rabbia dei segretari comunali «Siamo pronti anche ai ricorsi»

La riforma. Dura presa di posizione dei rappresentanti dei funzionari contro lo spoil system: «Così diventeremo portaborse» Contrari anche i sindaci: «Non siamo stati coinvolti». Andreatta: «I segretari devono essere una figura terza a tutela di tutti»

 

TRENTO. «Da dipendenti vincitori di un concorso pubblico, a servizio del Comune, diventeremo dei portaborse». È netta la presa di posizione dei segretari comunali contro la riforma che li riguarda. In coda a un comunicato, condiviso ieri, sembrano preannunciare la strada giudiziaria: «Per quanto riguarda l’applicazione delle norme saranno i giudici a valutarne la legittimità».
La nota è stata condivisa ieri sera ed è firmata dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e dall’Unione dei segretari comunali del Trentino. «L’emendamento alla legge finanziaria regionale, che introduce la scelta fiduciaria del segretario comunale da parte del sindaco, è sbagliata nel metodo e nel merito scrivono . I consiglieri regionali dimostrano di considerare il loro potere assoluto e insindacabile. Pensano di essere incapaci di affrontare un confronto con i soggetti coinvolti. Che fiducia possiamo riporre in loro? Ci chiediamo a cosa servano i gruppi di lavoro, le commissioni e le regole del confronto democratico se poi una riforma di una figura così rilevante si risolve con un emendamento notturno nella legge finanziaria. I cittadini potranno constatare gli effetti della riforma. Riuscirà il portaborse del sindaco ad essere una garanzia di terzietà e imparzialità sotto la minaccia di perdere il posto di lavoro o di non esser riconfermato?».
I sindaci contrari
Ma sono gli stessi sindaci, riuniti ieri nel Consiglio delle autonomie, a prendere posizione contro la riforma: «Abbiamo un tavolo per discutere questi temi ed è presieduto da Claudio Cia, assessore regionale agli enti locali spiega Paride Gianmoena, sindaco di Varena e presidente del Consiglio -. È quel tavolo il posto giusto per discutere di una eventuale riforma dei segretari comunali. Ne abbiamo parlato solo una settimana fa». Il fatto che ora tutto cambi, attraverso una sorta di blitz e un emendamento al bilancio, non è piaciuto ai sindaci. «È stata una scortesia istituzionale. Ovviamente non siamo stati eletti per legiferare. Ma crediamo che solo attraverso confronto e dialogo si possano trovare soluzioni adeguate». Ma anche nel merito i sindaci sono molto perplessi. «In realtà questa riforma non risolve il problema che riteniamo sia il più importante: quello della formazione dei segretari spiega Gianmoena -. Secondo noi si dovrebbe ragionare sulla creazione di un albo della dirigenza provinciale, composto da persone che sono competenti per rivestire questo ruolo. Bisogna discutere poi sui requisiti di abilitazione del segretario comunale. Ma anche sul modo in cui possono continuare a formarsi, per stare al passo con le norme».
Talvolta, soprattutto nei paesi più piccoli, anche solo trovare un segretario non è facile: «Il contesto dei comuni più piccoli è diverso rispetto a quelli più strutturati dice Ketty Pellizzari, sindaco di Valdaone -. Per noi è proprio difficile trovare una figura di questo tipo».
Ma la nomina fiduciaria potrà, quanto meno, risolvere le possibile condizioni di conflitto con i sindaci? «Sappiamo tutti che in alcuni comuni ci sono stati dei problemi di convivenza fra un sindaco e un segretario: ma non è con la chiamata diretta che si risolveranno tutti i problemi, questa è un’illusione», dice Fabrizio Inama, sindaco di Denno.
«L’errore è far diventare legge le situazioni che sono puntuali spiega Francesco Valduga, sindaco di Rovereto -. È vero che ci sono stati casi di una convivenza difficile fra sindaco e segretario. Ma questi casi particolari non possono tradursi in una norma».
Il sindaco di Trento
Ma quali sono i punti della riforma che preoccupano di più i sindaci? Lo spiega bene Alessandro Andreatta, sindaco di Trento: «Noi sindaci ne avevamo già discusso, nel Consiglio delle autonomie, in merito a un’altra proposta. E avevamo espresso parere contrario, per più ragioni. Quella per me più convincente è che il segretario generale deve essere una figura terza. Deve essere un garante, a tutela del sindaco, ma anche del consiglio comunale e dell’intera comunità. In questa riforma si va in una direzione opposta. Perché l’emendamento prevede, come è noto, che si stabilisca un albo. E dentro quell’albo, il sindaco possa andare a scegliere sostanzialmente chi vuole. Può essere scelta anche una persona che ha fatto il segretario in un Comune più piccolo, anche di quarta classe. Noi riteniamo invece che si debba discutere di competenze e di formazione. Secondo questa proposta, può finire nell’elenco non solo chi ha già fatto il segretario o il vicesegretario. Ma anche chi è stato dirigente o ha coperto una posizione organizzativa, una specie di capo ufficio. La morale è che dopo pochi anni di esperienza, magari in realtà piccole, si potrà diventare segretario in un Comune molto grande e complesso. Così i sindaci faranno a corsa per avere i segretari migliori. O forse ci sarà una corsa ad avere segretari più vicini al proprio colore politico, determinando una situazione che a me non pare opportuna. Io preferisco avere una persona competente e seria, a tutela dell’intera comunità. Non ho mai chiesto a un segretario per chi vota e non lo farò mai».

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