31 gennaio 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

«Medicina: paradossale il corso a Bolzano»

La facoltà si moltiplica. Il rettore Collini sorpreso per l’idea altoatesina di una scuola gestita dalla Cattolica: «Noi abbiamo sviluppato un progetto anche in tedesco proprio perché avevamo percepito che c’era interesse da parte loro». Già annunciato il test per entrare a Trento.

TRENTO. «Che ora anche Bolzano pensi a una facoltà di medicina in collaborazione con la Cattolica mi sembra paradossale», il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini è rimasto molto sorpreso per l’iniziativa della Provincia di Bolzano che ha chiesto al Ministero dell’Università di poter partire con un corso di medicina a partire dal 2021 tenuto dall’Università Cattolica di Milano. Un’iniziativa che, a giudizio di Collini, avrebbe potuto essere coordinata con quella dell’ateneo trentino: «Mi sembra un po’ strano che non si possa coordinarsi su un argomento come questo. Soprattutto in considerazione del fatto che siamo territori dell’Euregio e che ci sarebbero stati tutti gli strumenti per adottare una linea comune. Diciamo che questa iniziativa, presa poche settimane dopo il grande dibattito che c’è stato qui da noi, è quantomeno sorprendente. È chiaro che queste interlocuzioni avvengono a un livello che non è il mio, ma è anche vero che il nostro progetto è stato pensato anche tenendo conto delle esigenze dell’Alto Adige. Avevo inteso che c’era da parte della Provincia di Bolzano un interesse a una facoltà bilingue. E per questo ci siamo mossi in questa direzione. Pensavamo che un corso anche in tedesco potesse essere interessante per Bolzano e per questo il nostro progetto è bilingue. Poi arriva questa mossa che mi sembra quanto meno strana. Certo, la Cattolica già ora cura i corsi per le professioni sanitarie a Bolzano e c’è un rapporto consolidato, ma è ben singolare che non ci sia stata un’interlocuzione nemmeno a livello di Euroregio Ora viene da dire fatelo voi, se non fosse per tutto l’impegno che ci abbiamo messo. Spero che ci sia la possibilità di un coordinamento. Penso che si possa chiedere che si costruisca qualcosa insieme. Del resto, prima non c’era nessuna facoltà di medicina in regione e ora si rischia di averne due a 50 chilometri di distanza. Noi ormai andiamo avanti stiamo mettendo a punto il progetto completo che dovrà essere presentato entro il 21 febbraio. Per allora dovranno essere messi a punto gli accordi con la Provincia e l’Azienda sanitaria per i tirocini clinici. A quanto leggo, invece, il progetto di Bolzano dovrebbe partire dal 2021, ma ripeto se la loro esigenza è quella di avere medici che sanno il tedesco, il nostro progetto va in quella direzione, tanto è vero che sarà bilingue. Per non parlare del fatto che la nostra scuola di medicina sarà completa e sarà all’interno dell’Università di Trento». L’Università proprio ieri ha annunciato che anche a Trento si terrà il test nazionale, con data da stabilire proprio perché sarà la stessa per tutta Italia, per l’accesso alla nuova scuola di medicina che aprirà a settembre.
Sul tema attaccano anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil con una nota unitaria: «È assurdo muoversi in solitaria.Sui temi strategici va rafforzato il rapporto con Bolzano e l’Euregio. L’atteggiamento di chi va per conto proprio è una sconfitta per l’Autonomia. Per un verso la giunta Fugatti ha scelto di andare in solitaria o di guardare con maggiore attenzione al vicino Veneto, Kompatscher invece si rivolge al Tirolo e a Milano. Queste strategie, purtroppo, invece di rafforzare la nostra Autonomia, ne rappresentano una sconfitta. Al di là dei molti dubbi che suscita l’idea di creare per ogni piccolo territorio la propria facoltà di medicina, è legittimo chiedersi se queste scelte non pongano serie ipoteche anche sulla qualità dell’offerta formativa che verrà realizzata».
Molto critico anche Luca Zeni del Pd che ha presentato una mozione in Consiglio provinciale per impegnare la giunta provinciale a sviluppare una collaborazione con Bolzano: « E’ certamente facoltà di Bolzano agire come meglio ritiene, ma questo è anche il frutto del distacco voluto da Trento e del suo costante avvicinamento all’area veneto-lombarda a scapito dei rapporti storici con l’area tirolese in generale».

 

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