15 marzo 2020 – Corriere del Trentino

I sindacati contro il protocollo nazionale «Gli scioperi proseguiranno ancora»

TRENTO L’accordo raggiunto a Roma tra sindacati nazionali e Confindustria, con la conseguente firma del «Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro», non basta ai sindacati trentini. «Gli scioperi proseguiranno la prossima settimana — conferma Manuela Terragnolo di Fiom-Cgil —, perché il protocollo è applicabile solo dove ci sono dei delegati sindacali molto forti. Nelle piccole e piccolissime aziende è praticamente impossibile controllare il rispetto delle prescrizioni». Particolarmente critica Terragnolo è anche sulla decisione di alcune aziende (Mahle e Meccanica del Sarca) di sottoscrivere delle polizze assicurative per i loro dipendenti a copertura del periodo post ricovero in terapia intensiva. «Dove è più probabile che contraggano il virus se non sul posto di lavoro? Questo è un modo di mettere le mani avanti che mette i brividi».
Oltre agli scioperi degli operai delle fabbriche già annunciati venerdì (Ebara e Sapes), ieri si sono aggiunti i 150 dipendenti della Pama, della Mariani con uno sciopero ad oltranza e gli operai della Siemens transporter, a cui si potrebbero aggiungere altre centinaia di operai. Fino ad oggi, fanno sapere le sigle sindacali, oltre 2.000 lavoratori sono stati coinvolti nelle agitazioni sindacali.
La cui richiesta è sempre la stessa: chiudere le attività economiche non essenziali. «La scelta de La Sportiva e dell’ad Lorenzo Delladio è la più giusta e lungimirante», scrivono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. E proprio Delladio rilancia sull’appello ai suoi colleghi a chiudere la propria impresa: «La mia azienda può fermarsi perché produce scarpe da montagna, che possono aspettare. In altri settori gli imprenditori non possono permettersi di bloccare le loro attività poiché indispensabili o comunque utili al funzionamento del ‘sistema’ Italia. Invito nuovamente — conclude — chi è nella mia posizione di considerare la mia scelta».
Il Protocollo firmato a Roma fissa un’intesa in 13 punti, che va dalla misurazione della temperatura in ingresso alla chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione e che è possibile portare avanti in smartworking, dagli ingressi scaglionati alla gestione di mense e spazi comuni, dai comportamenti da seguire in caso di contagio all’interno dell’azienda alla possibilità di interrompere la produzione per attrezzare le fabbriche. «È un protocollo che condividiamo e che rispetteremo, considerando che è stato sottoscritto dalle categorie nazionali», ha annunciato il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti durante la conferenza stampa di aggiornamento sul coronavirus. La Provincia ha anche deciso di sospendere tutte le attività non essenziali legate al Progettone fino al 3 aprile. Mentre Confidi ha stoppato i pagamenti delle rate dei mutui fino a settembre 2020.
«L’accordo — spiega il direttore generale di Confindustria Trento Roberto Busato — riconosce e valorizza il ruolo delle attività produttive. È una iniziativa che ci consentirà di affrontare più forti questa fase delicata e di prepararci alla ripresa. Non dimentichiamo che per le nostre imprese rimane prioritaria l’emergenza sanitaria, dunque la salute delle persone nei luoghi del lavoro. In questo momento storico va espressa sincera gratitudine a tutte le imprese e ai lavoratori per quello che è un vero atto di responsabilità verso il Paese. Il nostro auspicio è che le organizzazioni sindacali possano collaborare oggi più che mai per gestire al meglio la situazione».

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