19 aprile 2020 – Trentino

Scuola. «Meno burocrazia, più preparazione»

Il confronto tra i delegati Uil. «Serve un piano condiviso per portare a termine l’anno scolastico»

TRENTO. «La malattia degli adempimenti non deve avere la meglio sulla qualità degli apprendimenti. Chiediamo un piano di azione condiviso per portare a termine l’anno scolastico e programmare un ordinato inizio di quello prossimo». Questo, in estrema sintesi, quanto emerso dal lungo confronto tra i delegati sindacali della Uil sulle modalità di rientro a scuola. A quasi due mesi dalla sospensione della scuola, le comunità scolastiche continuano a dover navigare a vista. Ma la burocrazia non si ferma e l’amore per le procedure sembra sopravvivere a sé stesso. In una situazione di emergenza che richiederebbe soluzioni straordinarie in appoggio agli sforzi di innovazione dei docenti, semplificazione delle procedure, superamento dei doveri formali, riconoscimento fiduciario delle professionalità in gioco, ai dirigenti scolastici arrivano indicazioni sui processi amministrativi a volte già viziati da eccessi burocratici e sulla contabilizzazione di attività che non possono essere definite con i tradizionali strumenti di controllo. Nulla invece sulle questioni nodali che investono e sempre più investiranno il mondo della scuola. Varie le questioni che attendono soluzione, a partire dalla valutazione degli apprendimenti. In una situazione in cui i criteri e gli indicatori tradizionali per la valutazione sono inapplicabili o inattendibili, non bastano indicazioni generiche. Bisogna tradurre le norme in atti concreti sul piano della legittimità, fornire alle scuole strumenti per svolgere con serenità e trasparenza gli scrutini e nell’immediato, soprattutto per le classi terminali. Gli esami di Stato: ancora non se ne conoscono, se non in via generica, i tempi e i modi di svolgimento. Si chiede a studenti e docenti di impegnarsi in una sorta di scommessa a fronte delle oggettive difficoltà che la didattica a distanza pone lungo un percorso di apprendimento ancora sperimentale e per questo non sempre affidabile e dai risultati certi. È necessario pianificare fin da subito la ripartenza della scuola vera, che a settembre non potrà aprire nelle modalità che conosciamo. Le ipotesi rischiano di scontrarsi con l’impossibilità di garantire il distanziamento sociale dentro e fuori gli edifici scolastici, non solo per questioni di spazio ma per l’ingovernabilità dei comportamenti dei bambini e dei ragazzi.

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