25 aprile 2020 – Corriere del Trentino

«Dolomiti ambiente, giusto dare garanzie ai lavoratori in sciopero»

Lo sciopero annunciato nella giornata di giovedì da Uiltec degli operatori della raccolta dei rifiuti di Dolomiti ambiente continua a fare discutere, ma già più di un mese fa era stato oggetto di un’interrogazione consigliare al Comune di Trento.
Il 13 marzo scorso, infatti, il gruppo Onda civica Trentino aveva chiesto spiegazioni sulle lamentele avanzate dall’organizzazione sindacale per misure di sicurezza considerate insufficienti. Il sindaco Andreatta aveva interpellato direttamente la società, che aveva prodotto una lettera di risposta il 17 marzo, in cui si spiegavano le misure adottate e si sottolineava il rispetto dei protocolli fino a quel momento disposti e l’ordine di 10.000 mascherine Ffp2. Queste ultime sono ancora oggetto del contendere, perché distribuite al 32% degli operatori, mentre il sindacato richiede che siano messe a disposizione di tutti i lavoratori. Un disaccordo che ha condotto alla dichiarazione dello sciopero da parte di Uiltec, che potrebbe svolgersi il 4 o l’11 maggio.
Considerata la durata del contenzioso, il capogruppo di Onda Andrea Maschio ha deciso di scrivere una nota per commentare gli ultimi avvenimenti. «La querelle tra Dolomiti Ambiente e i suoi operatori per la raccolta rifiuti non si placa — scrive—. Si sa che quasi sempre la ragione sta in mezzo ma pare che in questo caso gli operatori siano solo in torto e l’azienda non sbagli un colpo. Sarà, ma sono dell’opinione che, visto come sono state affrontate, le cose avrebbero dovuto essere gestite diversamente».
Secondo Maschio, in molti settori ci si è limitati «a correre dietro ai contagi pensando di aver fatto il massimo, limitandosi a seguire le normative che giorno dopo giorno però cambiavano aumentando le prescrizioni e le restrizioni perché poco efficaci». In particolare, nella nota, Maschio mette in evidenza come il settore della raccolta dei rifiuti, in quanto servizio essenziale, abbia dovuto proseguire la propria attività «sulla pelle degli operatori che non hanno avuto alcuna possibilità di scelta».
Ricordando l’interrogazione consigliare, il capogruppo di Onda spiega di non essere d’accordo con la spiegazione dell’azienda: «Fare le cose seguendo le norme non vuol dire fare tutto nel modo migliore come un buon padre di famiglia farebbe. Perché è di questo che si dovrebbe parlare, un datore di lavoro dovrebbe vedere i propri dipendenti come figli e non come numeri. Se ancora oggi chiedono maggiori garanzie, un buon datore di lavoro deve garantirle, e smettere di dire che normativamente si è nel giusto. Se nei prossimi giorni la raccolta rifiuti sarà a singhiozzo —conclude — mi auguro non si darà la colpa a chi incrocerà le braccia chiedendo rispetto per la propria salute e quelle dei propri famigliari».

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