30 aprile 2020 – Trentino
Bar, ristoranti, parrucchieri ed estetiste: ipotesi di riapertura a metà maggio
La novità. Il presidente Fugatti: «Ci sono due strade per la ripresa delle attività: o una legge provinciale o la trattativa con il governo ma in entrambi i casi il contagio deve essere stabilizzato e dobbiamo dimostrare di essere in grado di contenere un ritorno dell’epidemia»
TRENTO. Con le buone o con le cattive. La Provincia prova ad anticipare a metà maggio la riapertura di bar, ristoranti parrucchieri ed estetiste. Lo ha assicurato ieri il governatore Maurizio Fugatti durante il quotidiano punto in diretta Facebook sull’andamento dell’emergenza Coronavirus. Le cattive consisterebbero in una decisione unilaterale presa dalla Provincia con una legge la cui discussione è prevista in aula per sabato 9, le buone una trattativa con il governo che si basi, però, sull’essere in grado di dimostrare che in Trentino il contagio è sotto controllo: «Nel nostro disegno di legge -spiega Fugatti -c’è un articolo (il 29 ndr) che prevede la possibilità di aperture tra l’11 e il 18 maggio per bar, ristoranti, parrucchieri ed estetiste. Oggi (ieri ndr) si è tenuta la conferenza dei capigruppo. L’obiettivo è chiudere per la fine della prossima settimana. Oggi abbiamo discusso con il governo, in teleconferenza con il ministro Francesco Boccia, sul fatto che non c’è stato confronto con regioni e province autonome sulla ripresa. Il governo ha dato la possibilità di riaprire a partire dal 18 maggio, ma dipende innanzitutto dalla capacità che abbiamo di controllare il contagio. Dobbiamo essere cauti, ma sapendo che il Trentino non può rimanere indietro. Ci deve essere una stabilizzazione dell’epidemia e dobbiamo essere in grado dimostrare di affrontare un eventuale ritorno dell’epidemia. Quindi dobbiamo avere ospedali pronti, cosa che abbiamo già dimostrato, fare indagini epidemiologiche e fare tanti tamponi. Su questo tema non siamo secondi a nessuno. Se dimostriamo che il sistema è valido, il governo potrebbe darci maggiore autonomia nelle riaperture. Se non ci darà questa possibilità e se la stabilizzazione del contagio sarà confermata dovremo impostare la ripartenza con una legge. Abbiamo di fronte due binari: o la trattativa col governo o la legge, ma alla base ci deve essere sempre la stabilizzazione del contagio. In questo caso si potrà riaprire tra l’11 e il 18 maggio. Ma ci vuole responsabilità. Dobbiamo usare la mascherina se incontriamo qualcuno per strada e ci fermiamo a parlare, dobbiamo rispettare tutte le regole. E anche le aperture in tema di libertà individuali restano se i contagi scendo, ma se si rialzano, anche le aperture di questi giorni verranno chiuse». Fugatti ha firmato insieme agli altri presidenti di regione del centrodestra una lunga lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere maggiore autonomia nel decidere le riaperture.
Il presidente altoatesino Arno Kompatscher, ieri era più infuriato e pronto allo scontro, percorrendo la strada della legge per anticipare i tempi. Intanto ieri I presidenti delle Unione Commercio di Trento e di Bolzano, Giovanni Bort e Philipp Moser hanno inviato un appello congiunto a Fugatti e Kompatscher per chiedere la riapertura al più presto.
In Trentino, però, anche l’opposizione fa presente che una legge provinciale potrebbe essere una fuga in avanti pericolosa, come osserva Paolo Ghezzi di Futura: «In un momento come questo non possiamo correre il rischio di entrante in conflitto con lo Stato. Per due motivi: perché abbiamo appena chiesto di sospendere il nostro contributo al risanamento economico nazionale previsto dal patto di Milano e perché abbiamo bisogno dell’ombrello normativo nazionale perché l’epidemia non si è ancora stabilizzata ed è a macchia di leopardo. Non possono esserci fughe in avanti. Per questo sull’ipotesi della legge per riaprire c’è un grosso punto interrogativo». Anche Giorgio Tonini del Pd fa presente che non è il momento dimettersi a litigare con Roma: «Spero che la legge sia stata concordata con il governo, altrimenti si potrebbe trasformare in un autogol. Il Trentino deve fare due cose: collaborare lealmente col governo e controllare saldamente la situazione sanitaria».
Ugo Rossi, del Patt annuncia il voto favorevole anche se non nasconde critiche: «Noi voteremo questa legge, ma se si fa una legge per deresponsabilizzare il presidente non siamo d’accordo. Il tema vero, per anticipare la riapertura è ragionare sulla sicurezza e avere tutto quello che occorre per contenere il contagio». Ma nella legge si prevede anche di spostare le risorse destinate agli aumenti dei contratti dei dipendenti pubblici, circa 20 milioni di euro, agli aiuti per l’economia.
L’assessore Achille Spinelli e lo stesso presidente Fugatti hanno spiegato che il protocollo con i sindacati prevedeva che gli aumenti potevano saltare in caso di emergenza. Cgil, Cisl e Uil, però, sono furiose: «Gli impegni vanno rispettati e di fronte all’emergenza ci si muove insieme. Non erano risorse per aumenti, ma per coprire due anni di assenza del contratto. Fugatti non può stracciare il patto sottoscritto solo tre mesi fa e agire unilateralmente. Così smentisce se stesso e viola l’accordo che ha firmato».
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