18 agosto 2016 – Corriere del Trentino

Alotti boccia Rossi, promuove Daldoss
Il leader Uil: finanziarie sbilanciate verso le imprese. «L’assessore? Lo vedo presidente»

Giunta provinciale rimandata a settembre. Giunti al «giro di boa», Walter Alotti promuove Carlo Daldoss e bacchetta Ugo Rossi. Dell’azione di governo svolta in poco meno di tre anni, secondo il segretario della Uil del Trentino, infatti, le uniche riforme digerite sono state quelle dell’assessore tecnico, mentre quelle più strettamente collegate al governatore risultano «molto deludenti». Risultato? Secondo il segretario Uil si potrebbe puntare su Daldoss per il 2018, Pd permettendo. Se le elezioni provinciali sono però ancora lontane, l’appuntamento di ottobre con il referendum costituzionale è imminente. Giudizio sospeso per il momento, nonostante Alotti manifesti espressamente la propria preoccupazione per la posizione scomoda in cui si potrebbe ritrovare l’autonomia.

Alotti bilancio meta legislatura provinciale ART 18(8)16

Segretario, il governo provinciale si prepara a compiere tre anni. Quali sono stati i suoi vizi e le sue virtù finora?

«In questo periodo il quadro politico è cambiato, anche a livello locale. È evidente che l’alleanza di centrosinistra che per tanti anni ha tenuto in piedi il governo locale si è indebolita: ci sono dei problemi all’interno dei partiti e fra i partiti che compongono la coalizione, inoltre la concorrenza dei 5 Stelle e delle liste civiche ha minato le ambizioni del governo. All’inizio Rossi ha spinto molto per le riforme nel tentativo di dare una svolta rispetto all’era Dellai. Poi, però, sia per qualche debolezza mostrata da Patt e Upt, sia perchè il Pd ha cercato in qualche modo di far pagare al presidente e al suo partito il fatto che non aveva vinto le primarie, si è ritrovato un po’ in difficoltà . Finora, poi, c’è stata una certa superficialità  del Trentino rispetto all’Alto Adige. Loro fanno economicamente parte di un altro mondo, quello tedesco, e ne approfittano, ma lavorano anche diversamente su turismo ed export. Noi sia mo rimasti provinciali, mentre dovremmo essere più umili e imparare da loro, anche se a volte ci snobbano, oppure guardarci intorno, ad esempio sulla sanità ».

Come valuta l’operato dell’esecutivo?

«Qualche giorno fa ho letto sul vostro giornale che Rossi attribuisce alle sue riforme grandi passi avanti. In realtà , credo che le uniche riforme avviate e digerite siano state quelle promosse da Daldoss, la prima istituzionale e la seconda urbanistica, che con tutti limiti riscontrabili hanno oggettivamente invertito una certa onda. Sono poi sicuramente positivi gli interventi sul welfare territoriale e sulle politiche attive del lavoro del vicepresidente Olivi. Mentre quelle che fanno riferimento più diretto a Rossi, vale a dire quelle della scuola e della sanità , sono state evidentemente molto deludenti. Come Uil, riteniamo che la riforma della scuola non abbia traguardato i due obiettivi che aveva, ossia una scuola che premiasse il merito e che avesse al centro la propria autonomia. A Bolzano, per esempio, hanno chiacchierato di meno cercando di imporre un modello, mentre in Trentino abbiamo applicato la copia della riforma di Renzi, forse peggiorandola».

E sulla sanità ?

«È forse il problema principale per il Trentino. Abbiamo assistito ad aumenti dei ticket e dei costi dei servizi del pronto soccorso, con provvedimenti che avrebbero dovuto migliorare le cose e che invece ci hanno fatti tornare indietro. E poi c’è il problema del Not. Avrebbe potuto essere un’opera capace di dare una piccola scossa all’economia trentina, invece, insieme alla Loppio-Busa di cui si parla da anni e che la giunta aveva posto tra le priorità , siamo fermi. Sul nuovo ospedale sono stati commessi degli errori plateali, nati con Rossi assessore e portati avanti da questa  giunta».

Quali scenari vede prefigurarsi per le elezioni del 2018?

«Non vedo grandi leader nella coalizione. Su Rossi sarà  la coalizione che dovrà  sedersi al tavolo e decidere, mentre il Pd cercherà  di imporre la propria leadership. Però ci sono altre figure».

Ad esempio?

«Carlo Daldoss. Lui potrebbe rappresentare una terza via in grado di non scontentare nessuno. Quello che è certo già  oggi, però, è che bisogna pensare all’autunno e ai dati economici  italiani e trentini, piuttosto preoccupanti. A marzo e aprile si intravedeva una luce alla fine tunnel, invece oggi le prospettive sono diverse».

Come valuta il tessuto economico locale, con il 10% delle imprese capaci di produrre il 60% dell’export mentre in molti altri casi è necessario l’intervento della Provincia?

«Ho letto che il presidente di Confindustria Bonazzi teme che, con la nuova finanziaria, verranno ridotti i benefici per le aziende. Io credo che come sigle sindacali siamo stati anche  troppo responsabili finora e che le ultime finanziarie siano state squilibrate a favore delle imprese. È giusto per le aziende che assorbono occupazione o la aumentano, però non possono pensare di non veder crescere la selettività . Va premiato chi ha prodotto qualcosa. Molti fanno notare come in Alto Adige le aziende vengano premiate di più, ma va ricordato che  l’addizionale provinciale dell’Irpef genera una curva più favorevole per le famiglie e permette agevolazioni anche a quelle a medio reddito, non solo basso. Si dovrebbero rivedere le leggi sui contributi per l’innovazione e sulle agevolazioni per le associazioni. E poi c’è la partita delle partecipate, congelate da tre anni. Secondo noi, insomma, c’è ancora molta possibilità  di ottimizzare la spesa».

A ottobre si voterà  per il referendum costituzionale. Come si muoverà  il sindacato?

«Stiamo cercando di operare unitariamente come organizzazioni sindacali, cercando intanto di approfondire l’argomento».

E lei ha già  deciso cosa votare?

«Ci sto pensando. Qualcosa bisogna rinnovare, è evidente. I costi della politica e la struttura Parlamento non sono più adeguati, d’altro canto sono molto sospettoso di come questo governo intende modificare la Costituzione, in particolare del trattamento riservato all’autonomia e al regionalismo. Checchè ne dica Rossi, o altri favorevoli al “Sì”, qualche problema esiste e io non mi sento assolutamente tutelato da accordi stretti da Rossi o Kompatscher. In generale, è una riforma evidentemente centralista. Capisco che certe autonomie o Regioni non si meritino nulla, ma non è il nostro caso. Abbiamo fatto anche degli investimenti e non vorrei andassero persi, fermo restando che non sono un fautore delle autonomie integrali».

Cosa propone, dunque, per il futuro?

«Come Uil chiediamo una forte azione di razionalizzazione delle società  che si occupano di energia sul modello dell’Alto Adige e uno studio approfondito circa la possibilità  di trasformare il Trentino nella Cancoon o nella Florida del centro Europa, approfittando della forte propensione turistica e climatica dei laghi. Inoltre di dare respiro alle comunicazioni fra Brennero e Garda. Mi chiedo dove sia finita la corsia dinamica dell’A22, visti i tanti milioni spesi. Manca inoltre da tempo un “pensatoio” aperto a tutte le parti sociali per lo studio di nuove strategie, slegato dalla politica. La Uil, che è il sindacato dei cittadini, auspica una stagione di proposte, di idee, per tornare a credere nel futuro e non affogare nella banalità  e nella quotidianità ».

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