02 giugno 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

Amazon: «Non attaccateci Creiamo posti di lavoro». Alotti della Uil. «Sento di problemi di carattere urbanistici. Però penso che tutti i nodi si possano sciogliere, come è stato fatto per l’ex Whirlpool».

TRENTO. Le trattative tra Sait e Amazon vanno avanti a spron battuto. Il colosso dell’e-commerce punta su Trento per realizzare un deposito logistico di smistamento che dovrebbe servire tutta la regione e anche le province venete più vicine, soprattutto Belluno e Vicenza.
Al momento, le ipotesi sul luogo in cui potrebbe aprire il deposito di Amazon sono due. La prima riguarda l’area a Spini di Gardolo che il Sait aveva acquistato all’inizio degli anni duemila quando ancora non era sicura la realizzazione della grande sede di via Innsbruck all’Interporto. Da allora quel terreno, che è già edificabile, è rimasto inutilizzato e potrebbe venire buono adesso per ospitare il deposito della multinazionale americana. Amazon, in ogni caso, non sembra intenzionata ad acquistare, ma solo ad andare in affitto. Resta da vedere se ci saranno ostacoli dal punto di vista delle regole urbanistiche. A quanto pare, i primi contatti con il Comune di Trento avrebbero fatto emergere difficoltà sull’ottenimento dei permessi necessari. Forse anche per questo motivo si è fatta strada una seconda ipotesi che prevede l’uso da parte di Amazon di spazi inutilizzati di Sait. Considerando che la vecchia sede di via Maccani è stata affittata per intero (circa 26 mila metri quadrati) alla Fercam, Sait potrebbe affittare parte dei magazzini della nuova sede di via Innsbruck che al momento non sono usati.
Sul tema interviene il segretario della Uil Walter Alotti che invita a tenere gli occhi bene aperti per fare in modo che l’arrivo di Amazon non comporti rischi per il tessuto commerciale trentino e per i diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo Alotti chiede al Comune di essere flessibile e di trovare le soluzioni più adeguate per non perdere l’occasione di creare oltre cento posti di lavoro a Trento: «Secondo quanto emerge, il Comune avrebbe sollevato alcune obiezioni di carattere tecnico. A prescindere dal rispetto delle norme contrattuali, sulle quali tutti dovremo essere vigili, io penso che anche in questo caso si debbano trovare soluzioni veloci a eventuali problemi, come è già accaduto per quanto riguarda la sistemazione della Vetri speciali alla ex Whirlpool. L’arrivo di un operatore internazionale che creerebbe cento posti di lavoro è importante». Anche il segretario della Cisl Michele Bezzi avverte che si deve fare attenzione alle conseguenze dell’arrivo di Amazon sul tessuto economico trentino: «L’espandersi del commercio elettronico è inevitabile, ma si deve fare in modo che riguardi anche i prodotti locali, altrimenti danneggia tutta l’economia trentina».
Comunque le trattative vanno avanti. Il colosso dell’e-commerce tiene a rispondere alle critiche e ai timori che si sono levati quando si è preannunciato il suo sbarco a Trento citando i dati di crescita e il numero di posti di lavoro creati: «Amazon non gioca con regole differenti fa sapere con una nota ufficiale la multinazionale Le società con cui Amazon opera in Italia hanno ricadute in termini di gettito sia a livello locale sia a livello nazionale attraverso Iva, Irpef, Ires, Irap, Tasi, Tari e pagano tutte le tasse dovute in Italia. Da maggio 2015 abbiamo una succursale italiana di Amazon Eu Sarl che registra tutti i ricavi, le spese, i profitti e paga le imposte dovute per le vendite al dettaglio in Italia. Dal giorno in cui abbiamo lanciato Amazon in Italia ad oggi, abbiamo investito in innovazione e nell’imprenditoria italiana più di 4 miliardi e creato circa 7.000 posti di lavoro a tempo indeterminato – dipendenti che lavorano in 20 sedi diverse con tutti i livelli di esperienza, istruzione e competenze. Abbiamo anche creato una suite di strumenti e servizi per aiutare le piccole e medie imprese italiane a gestire la propria attività online e per favorire le loro vendite sui 18 siti di Amazon, in 12 lingue, raggiungendo milioni di potenziali nuovi clienti. Oltre 12.000 piccole e medie imprese italiane, che vendono su Amazon hanno creato più di 18.000 posti di lavoro a tempo indeterminato solo per gestire le vendite online su Amazon, in aggiunta ai posti di lavoro creati tramite la loro attività tradizionale, e hanno realizzato vendite all’estero utilizzando il sito Amazon per oltre 500 milioni nel 2018».
Secondo quanto emerge, Amazon ha intenzione di realizzare in Trentino un progetto molto simile a quello di quello realizzato a Verona, con un deposito inaugurato nel luglio dell’anno scorso che dà lavoro a 30 dipendenti diretti della multinazionale più un centinaio di autisti che lavorano per le imprese forniscono materialmente i pacchi ai clienti finali. Da Trento partiranno furgoncini per tutto il Trentino, per l’Alto Adige e per parte della provincia di Belluno e Vicenza. A completare la copertura da parte di Amazon di tutto il nordest con una rete distributiva in grado di migliorare i tempi di consegna delle merci.

Scarica il pdf: Amazon ART 020620