16 giugno 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

A scuola ma con la mascherina

I sindacati: «Ora risposte su organici e spazi»

Mascherina obbligatoria per tutti i bambini e ragazzi tra i 6 e i 19 anni in classe da settembre: è questa una delle indicazioni contenute nel protocollo salute e sicurezza nelle scuole illustrato ieri ai sindacati dai tecnici del dipartimento di via Gilli. Tra le altre regole è previsto l’uso di segnaletica orizzontale e cartellonistica, l’individuazioni di più aule con bimbi e ragazzi distanziati un metro l’uno dall’altro e la probabile turnazione pomeridiana.
A settembre tutti a scuola con le mascherine: è questa una delle principali novità scritta nero su bianco nella bozza di protocollo salute e sicurezza nelle scuole per la fascia 6 e 19 anni, illustrata ieri ai sindacati dal dipartimento istruzione di via Gilli.
Le misure
Il testo contiene numerose indicazioni su come si dovrà riorganizzare il mondo della scuola del primo e secondo ciclo di istruzione in seguito all’emergenza Covid-19. La prima novità è che non viene prevista la misurazione della febbre all’ingresso, nè la consegna di un’autocertificazione. Tutto sarà demandato «a una sorta di patto» tra famiglie e studenti, responsabili di fronte alla situazione. Si dovrà starsene a casa, ovviamente, docenti e alunni, nei casi di sintomatologia, di contatti con malati Covid-19 e di temperatura superiore ai 37,5. Se a uno studente salisse la febbre qualcuno del personale, bardato con mascherina e occhiali, lo separerà dai compagni in attesa dell’arrivo dei genitori. Il medico di base valuterà poi se si tratti di un caso sospetto da segnalazione all’azienda sanitaria o di altro. Tutti, dal bidello al bimbo di prima elementare, dovranno indossare la mascherina chirurgica o di stoffa doppio strato «per l’intera permanenza nei locali scolastici». A fornire le mascherine chirurgiche per tutti ci deve pensare la scuola. Eccezioni sono previste per i bimbi e ragazzi con disabilità che non riescano a tenerla: in questi casi andrà incrementato l’uso del gel sulle mani. In tutti «i locali utilizzati per le attività con gli studenti» ci dovrà essere un distributore di gel igienizzante, oltre che all’ingresso.
Gli spazi
Il distanziamento è la regola aurea, lo dice anche il protocollo che invita a «aumentare gli spazi didattici complessivi», rimodulando i banchi e gli armadi così da avere una distanza di un metro tra un bimbo o ragazzo e l’altro e in modo che ogni persona abbia almeno 3 metri. Quindi in un’ipotetica classe di 50 metri, questo l’esempio descritto dal protocollo, in base alle nuove regole troverebbero posto 16 studenti. Sull’importanza del reperimento di nuovi spazi sul territorio provinciale è intervenuto anche il presidente Maurizio Fugatti, a margine della riapertura delle materne di Romeno e Ruffrè. «A settembre – ha osservato – serviranno spazi più ampi per le attività di asilo nido, scuola d’infanzia e primaria di primo grado. I locali di cui dispone un Comune potranno essere utilizzati anche da altri, in base alle necessità e alle sinergie tra le varie amministrazioni locali».
Il protocollo invita a favorire l’uso di spazi all’aperto rispetto alle aule: in questi casi se la distanza fosse di 2 metri si potrà non indossare la mascherina. Nelle aree comuni devono essere previsti percorsi che garantiscono il distanziamento tra le persone utilizzando anche un’apposita segnaletica e stabilendo sensi unici. Per la mensa perde quotazioni l’idea della lunch box da consumare in aula, definita una misura da adottare «in via residuale». Meglio individuare locali idonei e fare dei turni.
L’orario
Turni che si rendono necessari forse anche per la presenza degli alunni: l’orario giornaliero, premesso che si dovrà attendere da Roma l’eventuale riduzione del tempo scuola e le modifiche ai piani di studio, andrà spalmato anche sul pomeriggio e estendendolo, a discrezione delle scuole però, anche al sabato. Quasi certo l’ingresso scaglionato. Negli spazi aperti si potrà introdurre una segnaletica orizzontale indicante percorsi e distanza tra studenti. La didattica a distanza, con le dovute pause, resterà ma sarà «momento integrativo e non sostitutivo, diversamente applicato e commisurato alle fasce di età».
I sindacati
Perplessi i sindacati. Pietro Di Fiore (Uil scuola) e Cinzia Mazzacca (Flc Cgil) stigmatizzano «l’assenza di un’idea di scuola». «È una bella carrellata di disposizioni sanitarie, prese per altro dal documento del Comitato tecnico scientifico approvato a Roma il 26 maggio, ma — afferma Di Fiore — dal decisore politico non abbiamo novità su organici e spazi. Il fatto di demandare poi tutto alla responsabilità di ragazzi e docenti mi fa pensare: se fossi un dirigente scolastico mi farei una polizza casco molto solida». Mazzacca punta il dito contro l’obbligo della mascherina: «Sono perplessa, non solo per i bimbi ma anche per i docenti che dovrebbero parlare per ore con la mascherina addosso. Va bene il documento, ma a metà giugno dovremmo avere un’idea molto più definita della scuola del post Covid, soprattutto sul piano della riorganizzazione della didattica».

 

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