23 giugno 2020 – Corriere del Trentino

Scuola: almeno 600 assunzioni a tempo

Bisesti: «Grande sforzo sulla primaria per garantire il tempo pieno»
Il sindacato rilancia: «Prima vogliamo confrontarci con la giunta»
Il sistema educativo pungola il dipartimento: documento pro normalità

TRENTO «Una cifra considerevole che testimonia l’importanza che diamo alla scuola». L’assessore all’istruzione Mirko Bisesti usa queste parole per sottolineare la crucialità di quei 60 milioni che, lo ha annunciato al Corriere del Trentino il presidente Maurizio Fugatti, andranno nell’assestamento al bilancio. Di questi, ha detto Fugatti, 30-40 saranno necessari per le nuove assunzioni legate all’incremento del numero di classi per rispettare le regole del distanziamento imposte dal Covid. Tradotto in docenti? Bisesti precisa che è un calcolo complesso «perché ci sono di mezzo i completamenti di cattedra ed altri aspetti». Ma le prime stime abbozzate dagli uffici parlano di «circa 600-700» docenti. Che andranno ovviamente assunti «a tempo determinato» perché legati ai tempi stessi della pandemia. «Stiamo facendo uno sforzo notevole — garantisce l’assessore — per assicurare il rientro a settembre nelle condizioni più simili a quelle ante febbraio di quest’anno».
Il che non significa senza misure di sicurezza o distanziamento, anzi: le mascherine obbligatorie previste dal protocollo descritto dal Corriere del Trentino martedì scorso, restano per ora. «Certo, se a settembre il Covid fosse scomparso le cose cambieranno — prosegue — Ma dobbiamo essere pronti». L’attenzione e lo sforzo è alto sulla scuola primaria dove «stiamo lavorando per garantire il più possibile il tempo pieno».
I sindacati
Ma i soldi destinati alla scuola in assestamento, secondo Fugatti, saranno di più: si parla di altri 20-30 milioni necessari «per gli investimenti strutturali» ma anche per chiedere un «incremento del numero delle ore degli insegnanti» previo «accordo con i sindacati». Cifre e orizzonti su cui Cgil, Cisl e Uil si mostrano piuttosto scettici. «Secondo me il presidente Fugatti la fa un po’ troppo facile — esordisce Pietro Di Fiore (Uil scuola) — Ci sono dei contratti, nazionali, che vanno rispettati e che non è semplice modificare. I docenti, stando al contratto, hanno 6 ore dette “eccedenti” oltre le 18 che possono, in via facoltativa, decidere di fare». E che in busta paga possono tradursi anche in 400500 euro extra. «Se questo incremento rientrasse nelle ore eccedenti che ogni insegnante può decidere se fare o meno si può ragionare, ma se pensano di modificare il contratto mi pare fantasioso». Quanto ai 40 milioni Di Fiore è prudente: «È un annuncio che leggo e che ha un aspetto positivo: evidentemente il presidente ha iniziato a ragionare sul fatto che è necessario forse mettere risorse sulla scuola, ma un incontro serio su questo non lo abbiamo mai avuto».
Proposte e annunci troppo vaghi per Stefania Galli (Cisl scuola): «Fugatti non è nemmeno certo di averle le risorse, non è una buona premessa — esordisce — Si parla di 60 milioni, ma 20, per la vacanza contrattuale, ce li ha tolti con
l’emergenza Covid promettendoli in assestamento. Come ci stanno assunzioni, interventi infrastrutturali e il rinnovo del contratto in questa cifra? Per di più promette incrementi e chiede ore in più. Non è accettabile». Anche Cinzia Mazzacca (Flc Cgil) è sulla stessa lunghezza d’onda: «Abbiamo un contratto in sospeso scaduto nel 2018 contratto: sarebbe opportuno che il presidente cominciasse da lì». L’idea di assunzioni a tempo non piace a Mazzacca: «Se si tratta di un “una tantum” e di posti a termine è un’occasione persa. Bisogna impostare una nuova scuola, perché la questione delle classi pollaio non scompare con il Covid».
Le proteste
Intanto genitori, docenti e studenti si mobilitano. Il comitato Priorità alla scuola, che in Provincia ha lanciato una petizione con 6.000 firme per il ritorno a settembre a una didattica in presenza, ha indetto una manifestazione nazionale per giovedì: a Trento l’appuntamento è alle 18 in piazza Dante. E il Consiglio del sistema educativo presieduto da Giovanni Ceschi ieri sera ha approvato quasi all’unanimità (solo tre astenuti) un documento che recepisce i testi della Consulta dei genitori e di quella degli studenti e la petizione dei docenti (che intanto ha raccolto 486 firme), il cui caposaldo è la richiesta di un rientro il più normale e in presenza possibile per le scuole di ogni ordine e grado. Le difficoltà maggiori, a quanto emerso, sarebbero nelle ultime 4 classi delle superiori. «Il consiglio — spiega Ceschi — auspica maggior coinvolgimento anche sulle linee guida in elaborazione».
Campi estivi
Sempre sul fronte istruzione la Provincia ha autorizzato (e stanziato 500.000 euro) per le associazioni che gestiscono colonie e campi estivi il pernottamento di bimbi e ragazzi, prima vietato.

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