30 luglio 2020 – Trentino

Orso in fuga, assessora sotto tiro

Martedì la richiesta era arrivata dai sindacati: «L’assessora Giulia Zanotelli — aveva tuonato Walter Alotti della Uil — si deve dimettere». E ieri a rafforzare il concetto sono state tutte le associazioni ambientaliste trentine. Oltre a qualche forza politica: mentre M49 continua la sua latitanza nei boschi della Marzola (tenuto sotto controllo dai forestali, che proseguono anche nell’attività di informazione nei confronti degli escursionisti che frequentano la zona)e all’indomani delle dimissioni del dirigente generale del Dipartimento agricoltura e foreste Romano Masè, l’assessora all’agricoltura, finora silente sull’evasione di Papillon, si trova dunque con gli occhi puntati addosso. E con il coordinamento ambientalista trentino (composto da Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf) che ne mette in discussione con forza la poltrona. «Masè, il giorno prima di rassegnare le dimissioni — ricordano le associazioni in una nota — pronunciava queste esatte parole: “il presidente e la giunta hanno responsabilità rispetto alle decisioni”. Chiarendo, quindi, che le scelte di indirizzo della fauna selvatica, e nello specifico degli orsi, sono promulgate dal governo provinciale, qui rappresentato da Zanotelli, che se ne deve perciò assumere la responsabilità». Detto in altri termini: deve dimettersi, alla luce — prosegue il coordinamento — «di decisioni non solo discutibili, e inutilmente avversate ai tavoli, ma del tutto sbagliate, tali da provocare ripercussioni pesantemente negative da una perte sull’allevamento e la pastorizia, che dice di sostenere a parole ma ai quali diminuisce risorse e e sostegno tecnico, dall’altra eliminando quanto era stato realizzato in precedenza sulla gestione dei grandi carnivori, sulla “protezione della fauna selvatica omeoterma” trasformata sempre più in gestione a fini di caccia, sulle attività di informazione e formazione sulla coesistenza fra uomo e grandi carnivori, sulla biodiversità e sull’ambiente nel loro complesso». L’invito è lapidario: «Per l’interesse e l’immagine del Trentino, per evidente e colpevole incompetenza, dimissioni subito».
E sempre gli ambientalisti ieri hanno manifestato davanti al palazzo della Regione — dove si sta svolgendo in questi giorni il consiglio provinciale — per chiedere «che gli orsi vengano lasciati in pace e possano correre liberi nei nostri boschi».
Ma a sollecitare le dimissioni di Zanotelli — che anche ieri non è voluta intervenire — è anche Filippo Degasperi (Onda). Che non ce l’ha solo con l’assessora: «Mi dà fastidio vedere tutti questi sostenitori postumi dell’orso quando ad oggi gli unici che hanno ammazzato gli orsi sono stati gli esponenti del centrosinistra». E ancora: «Il ministro Costa la smetta di farsi foto: se lo vuole veramente, ci sono possibilità di intervenire, ad esempio entrando nella trattativa tra Trento e Roma per i soldi. Costa metta sul tavolo della mediazione la gestione degli orsi. È ora di agire, non di chiacchierare». Poi l’affondo nei confronti di Zanotelli: «Chiaro che Masè si è dimesso al posto di un’altra persona, che oggi è silente ma che in campagna elettorale parlava». Preferisce non parlare di dimissioni, pur chiedendo le scuse di Fugatti e Zanotelli l’ex governatore Ugo Rossi. Che ricorda le «parole di fuoco» dell’attuale presidente sulla questione della gestione dei plantigradi quando Rossi era alla guida della Provincia. «In queste ore l’ho visto un po’ più incerto» ironizza il capogruppo del Patt. «Nella lettera di Masè — prosegue Rossi — c’è ciò che la politica dovrebbe fare, ossia evitare di estremizzare le cose: chi amministra accetti che esiste una terza via tra lo sterminio e la conservazione totale. E questa via si chiama gestione». Fugatti, avverte il capogruppo autonomista, «deve cospargersi il capo di cenere per le accuse del passato e ascoltare i tecnici per riuscire a fare le cose giuste». E a Zanotelli: «L’assessora aveva parlato sul palco delle manifestazioni di piazza della Coldiretti. Ora non dice nulla. Del resto, non fanno tavoli di lavoro, non presentano il rapporto orso, riducono le risorse, non danno informazioni». In mezzo, c’è un rapporto con i dirigenti che sembra delicato: dopo Paolo Bordon, ora si «perde» anche Masè (sul cui successore ci si sta già interrogando). «Registro — osserva Rossi — una crescente difficoltà di rapporti tra dirigenti e parte politica causata dalla mancata volontà di entrare nel merito delle questioni tecniche e di confrontarsi. E questo porta a un progressivo sfaldamento di un valore importante». L’auspicio, conclude l’esponente autonomista, «è che la fuga di M49 aiuti questa giunta ad avere un sussulto di realismo e a mettere da parte la ricerca di consenso». Un esempio? «Fugatti è andato a trovare i due feriti dall’orso portandosi appresso le telecamere. L’ex assessore Michele Dallapiccola lo faceva senza pubblicizzare la cosa».

 

 

Scarica il pdf: Orso ART 300720 2