29 luglio 2020 – Trentino

M49, ora salta la poltrona di Masè. E i sindacati «braccano» l’assessora

TRENTO Che la seconda evasione di M49 avrebbe provocato qualche scossone al vertice dei Servizi provinciali lo si era capito già lunedì. Da quel «valuteremo» sibilino pronunciato dal governatore Maurizio Fugatti a chi gli chiedeva conto di eventuali verifiche sui dirigenti. E, ancora di più, da quell’esplicito riferimento alla responsabilità espresso da Romano Masè nella sala Belli del palazzo della Provincia. Proprio lui, lo storico dirigente generale del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del suolo, responsabile del corpo forestale della Provincia, ieri ha confermato le voci che si rincorrevano da ore. Inviando ai giornali una lettera aperta per annunciare di aver «consegnato una nota al presidente della Provinca —silegge—conlaqualeho rimesso nelle sue mani il mio incarico». Una lettera arrivata prima del comunicato ufficiale di Piazza Dante. E che ha destato un certo scalpore. Per i contenuti del documento. Ma anche per la reazione della giunta.
«Fa davvero male vedere il Trentino, l’amministrazione per la quale ho lavorato per più di 30 anni e il gruppo di lavoro con il quale ho condiviso una lunga esperienza professionale — scrive Masè — tacciati di essere, da un lato,nemici degli orsi e, dall’altro, di inerzia, di incompetenza, di impreparazione e di superficialità». Non è così per «gli esperti internazionali nella gestione dei grandi carnivori» precisa il dirigente. Che rivendica l’assunzione di responsabilità e l’impegno del corpo forestale «nel trovare un giusto punto di equilibrio e di convivenza con una specie importante come l’orso bruno». Poi è arrivato M49. E le due evasioni. «Pur consapevole del fatto che la struttura tecnica che rientra nelle mie competenze ha messo in campo ogni azione considerata necessaria — osserva il dirigente — ritengo doverosa una mia assunzione di responsabilità connessa al mio ruolo». «Non un’assunzione di colpe, che in tutta onestà non intravedo» precisa Masè. Il quale spiega le sue dimissioni come «un segno di responsabilità e di attaccamento alla mia terra e all’amministrazione che ho avuto l’onore di servire in tanti anni di professione».
Una decisione sofferta, insomma. Che arriva da uno dei dirigenti provinciali più solidi e stimati (l’ex governatore Ugo Rossi lo aveva inserito nella rosa dei possibili nomi per la carica di direttore generale della Provincia, insieme a Paolo Nicoletti e Sergio Bettotti). E destabilizza un dipartimento in un momento — con M49 in fuga e Jj4 da trovare — tutt’altro che semplice. La giunta provinciale, però, non sembra mostrare grosse preoccupazioni. Se l’assessora di merito Giulia Zanotelli si trincera dietro un silenzio che abbraccia anche la questione di M49, il governatore Maurizio Fugatti ieri ha fatto capire di guardare avanti. «A Masè — ha commentato il presidente della Provincia — va riconosciuto un forte senso delle istituzioni, di realtà e di rispetto dell’amministrazione. La giunta farà comunque le proprie valutazioni. Intanto la macchina va avanti: esiste una struttura provinciale apposita che si occupa della gestione dei grandi carnivori, che non viene messa in discussione dalle dimissioni del dirigente generale». Rimane da capire chi potrà prendere il posto di un dirigente esperto come Masè. Che, peraltro, era finito in mattinata nel mirino dei sindacati. Non da solo: «Il discredito reputazionale dell’amministrazione, del corpo forestale e di tutti i trentini, conseguente all’imbarazzante vicenda di M49, esige un atto formale di assunzione di responsabilità per l’accaduto da parte della giunta provinciale», aveva tuonato il segretario della Uil Walter Alotti prima della lettera dell’ormai ex dirigente. Alotti aveva chiesto sì le dimissioni di Masè, ma non solo: nel mirino era finita anche l’assessora. «Faccia un passo indietro», era stato l’invito del sindacalista.
E le dimissioni di Masè sono entrate anche in consiglio provinciale, riunito ieri per la maratona sull’assestamento di bilancio. Di fronte alla richiesta della garante delle minoranze Paola Demagri (Patt) di una informativa in Aula, il governatore ha di fatto ripetuto la linea già espressa. «Comodo scaricare l’orso sui dirigenti dopo aver scaricato il Covid sulle Rsa», hanno attaccato i consiglieri di Futura Paolo Ghezzi e Lucia Coppola. Che hanno evidenziato la «fuga» dall’Aula di Fugatti — che «si è sottratto al dibattito sul suo misero e velenoso assestamento» — «con la scusa della fuga di M49». Da parte della giunta, secondo Futura, «neppure un grammo di autocritica».
Dal canto suo, ieri Fugatti ha ribadito la posizione già espressa più volte su M49. «Ho risentito il ministro Sergio Costa, ci vedremo a Roma dopo l’assestamento», ha spiegato il governatore. Che poi ha allargato l’analisi all’inT tero progetto Life Ursus: «Si può essere favorevoli e cond trari, ma il progetto c’è. Si dep ve però trovare una conviven( za e oggi il numero di esemf plari presenti in Trentino è n eccessivo rispetto a quanto il i territorio può sopportare. A s Costa chiediamo un aiuto».

 

 

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