17 settembre 2020 – Trentino

«Parità di diritti per la sanità privata»

Sciopero e protesta.

La manifestazione dei sindacati ieri davanti alla sede di Confindustria

TRENTO. Sindacati in protesta ieri mattina davanti alla sede di Confindustria a Trento. Al centro della mobilitazione, la mancata sottoscrizione definitiva, da parte delle controparti Aiop (Associazione Italiana Ospedalita` Privata) e Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari), della preintesa raggiunta il 10 giugno scorso sul rinnovo del contratto per i lavoratori della sanità privata, dopo tre anni di trattative e addirittura quattordici di assenza del rinnovo contrattuale. Sembrava dunque che si fosse arrivati finalmente a un accordo ma -denunciano Cgil, Cisl e Uil -le due associazioni hanno successivamente sostenuto non esserci le condizioni sufficienti per sottoscrivere in via definitiva il contratto, venendo meno agli impegni sottoscritti e ponendo i lavoratori in una condizione di incertezza.
Ieri dunque il sit-in, con tanti lavoratori presenti alla manifestazione, indetta dai comparti Funzione pubblica dei tre sindacati confederali. «Il presidente di Confindustria Manzana svolga la propria parte e dia certezze. Dopo le parole di Bonomi, che aveva assicurato di lavorare per la conclusione del contratto entro questo mese, noi diciamo che non ci bastano più le chiacchiere, la mobilitazione si fermerà solo alla firma dell’accordo: non ci possono essere altri rilievi dopo tre anni di trattative in cui i lavoratori hanno aspettato, facendo sacrifici», ha detto il segretario della Fp Cgil Luigi Diaspro.
«Alla vigilia di una possibile recrudescenza dell’epidemia dobbiamo garantire ai lavoratori le condizioni di serenità per affrontare un periodo molto difficile. La sanità privata in questa situazione è coinvolta ma poi non viene presa in considerazione per la premialità Covid, ad esempio. Questa differenziazione per quanto tempo dovrà continuare? Per noi il concetto è semplice: parità di mansioni, parità di diritti».
Rincarano la dose i diretti interessati: «Questa situazione è una vergogna -urla al megafono una lavoratrice -ci sentiamo presi in giro, non siamo lavoratori di serie b».

Scarica il pdf: sanita ART 170920