17 settembre 2020 – Trentino

Sicor: verso lo sciopero generale dei metalmeccanici trentini

La vertenza. I sindacati confederali considerano inaccettabile l’attacco alle regole e ai diritti dei lavoratori ma anche il silenzio di Provincia e Confindustria. Senza un incontro congiunto a breve partirà la mobilitazione

ROVERETO. La mobilitazione provocata dal “caso Sicor” già a metà luglio aveva valicato lo stretto ambito della singola azienda. E da allora è andata crescendo di giorno in giorno, con il fronte della protesta che si è allargato man mano ai colleghi di Pama, Bonfiglioli, Metalsistem e Dana di Rovereto, Dana di Arco, Siemens di Spini di Gardolo, Ebara di Cles, Sapes di Storo, Sapes di Condino, Meccanica del Sarca di Pietramurata, Mcs di Ala e Almax di Mori. Solidarietà è venuta anche da operai di altri settori, come quelli di Luxottica e della San Carlo di Lavis, ma ormai tutto il settore metalmeccanico del Trentino è schierato al fianco dei lavoratori Sicor (sia partecipando ai picchetti, sia sostenendone la lotta contribuendo alla cassa di resistenza) rendendo evidente anche nelle dimensioni come la vertenza Sicor sia vista come uno spartiacque.
Una vertenza spartiacque
La cancellazione unilaterale della contrattazione aziendale, elaborata in decenni, significa da parte dell’azienda arrogarsi il diritto di fare qualsiasi cosa ritenga utile, anche se in danno ai lavoratori, senza nemmeno sentirsi in dovere di motivare le sue scelte in modo trasparente e rispettoso degli interlocutori. Se passa questa logica, dice l’adesione al fronte di lotta di tutti i metaleccanici trentini, tutti i lavoratori saranno più deboli e ricattabili. E tutto il “sistema Trentino”, fatto anche di relazioni e pace sociale, di collaborazione della Provincia con le aziende, di difesa di un reciproco rispetto e di rapporti in fabbrica da Paese evoluto, ne sarà minato alla base.
Il sindacato fa fronte unico
Ora questa impostazione “universalista” della vertenza Sicor supera lo spontaneismo di queste prime settimane e diventa la linea dei tre sindacati confederali. Le segreterie provinciali Fiom-Fim-Uilm si sono confrontate ed esprimono, oltre alla condanna del comportamento di Sicor, anche tutta la loro preoccupazione per le titubanze della Provincia e i silenzi di Confindustria.
“A rischio il modello trentino”
Viste come possibile segnale che si voglia mettere in discussione il modello trentino di relazioni industriali, che si fonda anche sull’esercizio delle competenze dell’autonomia speciale sia sul versante del sostegno alle imprese, sia su quello della protezione dei lavoratori e delle loro famiglie. I metalmeccanici trentini questo modello, che per ragioni anche storiche e culturali si ispira al mondo tedesco, vogliono invece difenderlo ed anzi potenziarlo.
Subito un tavolo a tre
Per questo motivo Fiom, Fim e Uilm hanno chiesto con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto con la Provincia Autonoma di Trento e l’Associazione degli Industriali, chiedendo che i soggetti del territorio si assumano le proprie responsabilità per spingere la Sicor a riaprire il confronto, riservandosi in alternativa di mobilitare l’intera categoria, fino allo sciopero generale. Ieri l’assemblea generale della Fiom Cgil ha sintetizzato tutto questo in un ordine del giorno che diventa il braccio operativo a sostegno della richiesta congiunta delle segreterie. Nel caso in cui dalla Provincia e da Confindustria non arrivasse una risposta in tempi ragionevolmente brevi, si andrà allo sciopero generale.

Scarica il pdf: Sicor ART 170920