09 ottobre 2020 – Trentino

Il Patto per lo sviluppo firmato dai delegati di Cgil, Cisl e Uil

L’assemblea. I tre punti che verranno presentati alla Provincia: welfare, sanità, scuola e ricerca

TRENTO. «Il Trentino è uno e chi prova a dividerlo tra lavoratori pubblici e privati, città e valli, trentini e stranieri, presunte élite e autoproclamati difensori del popolo, non fa gli interessi dell’Autonomia». Si conclude con una sferzata alla guida della Provincia il documento sottoscritto dai cinquecento delegati sindacali riuniti ieri all’Arena Fly di Besenello. L’assemblea dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil ha approvato il “Patto per lo sviluppo e la sostenibilità” che sarà presentato alla giunta provinciale e alle categorie datoriali. Il documento punta su tre direttrici: rilancio del welfare locale, sanità, scuola e ricerca, attraverso il miglioramento dei contratti; crescita economica, riducendo le tasse sul lavoro e rilanciando l’Agenzia del lavoro; sostenibilità ambientale, valorizzando il risparmio energetico, la manutenzione del territorio, il trasporto pubblico e puntando su agricoltura e silvicoltura biologiche. È urgente la richiesta dei sindacati di un tavolo provinciale volto a progettare l’uso dei fondi europei (Recovery Fund) in maniera concordata tra politica e parti sociali.
Il documento affianca alla minaccia del Covid-19 altri elementi strutturali di crisi del Trentino: invecchiamento della popolazione, crisi ambientale, rivoluzione tecnologica che minaccia di stravolgere i modelli produttivi. Per trasformare queste criticità in opportunità, i sindacati individuano delle proposte di riforma: «Occorre puntare sull’efficienza della pubblica amministrazione, che non va depotenziata ma rinnovata, valorizzando il personale e riducendo le esternalizzazioni», si legge nel documento, nel quale si propone una riduzione dei 166 comuni, per ottimizzare la gestione dei servizi. I sindacati propongono un sistema potenziato di welfare capace di valorizzare il lavoro femminile, con sostegno alla conciliazione famiglia-lavoro ed una revisione al rialzo dei contratti per giungere a compensi in linea con il nord-est. Attenzione nel documento anche al tema sanità: «La pandemia ha mostrato la fragilità del sistema sanitario, in particolare nella cura agli anziani. Occorre una medicina di territorio in cui però non si replichi inutilmente nelle valli i servizi specialistici già presenti nelle città».
I sindacati individuano nell’economia della conoscenza il principale fattore di crescita: «Si punti sul diritto allo studio e sulla formazione continua, premiando fiscalmente le imprese che fanno innovazione». Perplessità sulle “grandi opere”: «Occorre puntare sull’aumento del valore aggiunto delle imprese innovative, in particolare sul versante della sostenibilità ambientale. Le “grandi opere” non garantiscono una crescita strutturale se non sono bilanciate da un investimento in digitale e difesa del territorio».
«I vincoli ambientali non sono un freno alla crescita ma una leva per aumentare l’efficienza», continua il documento, facendo riferimento al settore agricolo e “biotech”. «Si deve puntare sull’agricoltura biologica a chilometro zero e su un rinnovamento del settore del legno, in modo da inserirlo nello standard edilizio, rigenerando con le ristrutturazioni le comunità». Centrale il rilancio del trasporto pubblico e a basso impatto ambientale: «Va potenziata la mobilità elettrica e il trasporto pubblico su gomma e rotaia».

 

Scarica il pdf: assemblea ART 091020