23 ottobre 2020 – Trentino

I sindacati: «I dati sul lavoro non illudano la giunta»

TRENTO. Nuova frenata nel calo delle assunzioni in Trentino: ad agosto (Trentino di ieri) l’Agenzia del Lavoro ha registrato un incremento del 38.9% delle nuove attivazioni sullo stesso mese dell’anno precedente. Allo stesso tempo rallenta la crescita delle cessazioni rispetto ai mesi di lockdown. I dati di agosto, però, da soli non sono sufficienti a fare tirare il fiato né ad intravedere una ripresa robusta del mercato del lavoro. Infatti complessivamente nei primi otto mesi dell’anno si sono registrati 13mila nuovi contratti di lavoro in meno.
Proprio per questo i segretari generali di Cgil Cisl Uil non nascondono le loro preoccupazioni sia per la situazione attuale del mercato del lavoro, sia per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi.
“Purtroppo il differenziale negativo nei primi otto mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019 è ancora marcato – fanno notare Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Sicuramente tra luglio e agosto, vuoi anche il ritardo nell’attivazione di nuovi rapporti di lavoro per il comparto del turismo, c’è stato un segnale positivo. Le incertezze che pesano sulla stagione invernale e, in generale, la crisi economica, non permettono purtroppo previsioni ottimistiche”. In particolare per gli stagionali del turismo la stagione estiva è stata più breve e non si sa quando né come partirà la stagione sciistica, quindi questi addetti rischiano di avere periodi di lavoro ridotti, retribuzioni più contenute e infine assegni di disoccupazione più magri. E’ di fatto quello che è già successo quest’estate quando i posti di lavoro stagionali hanno avuto una durata significativamente inferiore rispetto alle normali stagioni estive. Nel turismo quindi si è passati da contratti di quattro o sei mesi a contratti da due o tre mesi con una perdita netta di potere d’acquisto per quei nuclei familiari che non è stata compensata da sostegni al reddito per i lavoratori. Il tutto mentre le aziende hanno invece ricevuto incentivi per queste assunzioni.
“La logica della Giunta è sempre la solita: sostegni alle imprese ma non al lavoro -denunciano amaramente i tre sindacalisti -. Purtroppo tutto questo lo pagheranno di nuovo le imprese e i lavoratori, visto che il calo della domanda derivato dalla riduzione dei redditi disponibili toglierà fatturato alle aziende e ridurrà ulteriormente i posti di lavoro, creando nuovi disoccupati. Il rischio vero è quindi che le scelte della Giunta alimentino la crisi invece di risolverla.
In questo quadro poi per Cgil Cisl Uil la strada deve essere quella di rafforzare contestualmente gli organici dei centri per l’impiego le politiche attive del lavoro, la formazione continua, gli strumenti di riqualificazione professionale e i servizi per l’impiego. “Qualora il blocco dei licenziamenti non venisse prorogato -spiegano Grosselli, Bezzi e Alotti -sarà essenziale avere subito pronte le risorse e gli strumenti per attivare i disoccupati e accompagnarli nella ricerca di un nuovo posto di lavoro favorendone così la ricollocazione”.

 

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