27 gennaio 2021 – l’Adige

«Dati nascosti, un fatto gravissimo»

Cgil, Cisl e Uil attaccano «Salute non tutelata»

Un polverone. Politico, naturalmente. Ma anche da parte di chi, da settimane, chiedeva a gran voce chiarezza e trasparenza. Non per una questione di colorazione, ma semplicemente per sapere la realtà dei fatti in una situazione di emergenza, di pandemia mondiale, di difficoltà sanitaria in cui la gente muore e sta male. E vedere i dati, ufficiali ma non ufficializzati, nero su bianco sull’Adige ha ovviamente suscitato parecchie reazioni. D’altra parte 13.300 positivi in più non sono certo insignificanti. In prima fila i sindacati, da sempre attenti a ogni aspetto ed evoluzione dell’emergenza, che erano tra i firmatari dell’appello di novembre (insieme ad enti e associazioni della società civile, senza colori politici) per avere chiarezza. «Siamo di fronte ad una gravissima assenza di trasparenza. Non rendendo noti i dati sulla dimensione reale del contagio la Giunta provinciale ha rischiato di portare al collasso le strutture sanitarie impegnate a combattere in prima linea contro l’epidemia, e non ha tutelato in modo adeguato e con ogni sforzo possibile, come era suo dovere, la salute dei cittadini, anche i malati non Covid. La Giunta conosceva la reale gravità della situazione e nonostante le richieste continue degli Ordini di medici e infermieri, del Consiglio provinciale, dei sindacati, di esperti e dell’opinione pubblica, ha scelto di non dire». Non nascondono il proprio sconcerto Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) di fronte ai dati reali sullo stato di diffusione dell’epidemia in Trentino nello scorso novembre. Numeri -sottolineano -che erano tutti a disposizione dell’Azienda Sanitaria, del Dipartimento Salute e Prevenzione e chiaramente del presidente Fugatti e dell’assessora Segnana.
«Mentre in altre realtà si adottavano misure più restrittive per contenere l’avanzata del virus tra la popolazione e mettere in sicurezza il sistema sanitario, il presidente Fugatti nascondeva i dati, preferendo puntare il dito contro i “presunti virologi” e ignorando l’allarme che arrivava dai medici in prima linea», ribadiscono i sindacalisti, tirando in ballo il fatto che con 13.300 contagi in più rispetto a quelli forniti, verosimilmente la “colorazione” del Trentino a novembre sarebbe cambiata rispetto al giallo.
«Analisi e previsioni come quelle dell’ex rettore Davide Bassi hanno trovano conferma e dimostrano in modo ormai chiaro che i ricoveri, terapie intensive e decessi non erano fuori scala se rapportati al numero reale di positivi sulla popolazione totale. Non era reale la fotografia che ogni giorno veniva fornita all’opinione pubblica nei bollettini di informazione della Pat».
A preoccupare -sottolineano ancora Cgil, Cisl e Uil -è soprattutto il fatto che pur di fronte ad un quadro grave la Giunta non abbia ritenuto necessario adottare misure restrittive. Misure, invece, adottate dal Governo nel periodo natalizio e rispettate dai cittadini e che hanno prodotto un impatto positivo sul contagio, riducendo i numeri di positivi e ospedalizzazioni in queste settimane. «Questo comportamento della Giunta si è rivelato inadeguato rispetto alla gravità della situazione sanitaria così da non assolvere al compito proprio della Giunta di tutelare come avrebbe dovuto la salute dei cittadini. Le istituzioni devono essere credibili e affidabili. In questo caso non è stato così ed è giusto che la Giunta provinciale ne renda conto ai cittadini, assumendosi finalmente le responsabilità di cui fino ad oggi ha preferito non farsi carico».
Una responsabilità che, a quanto dichiarato dal presidente Fugatti (vedi pagina 11), la task force provinciale non ha intenzione di assumersi.

Scarica il pdf: ADIGE dati ART 270121