10 febbraio 2021 – Corriere del Trentino

Giugno a scuola, il piano di Trento

TRENTO La scuola trentina sta ragionando sull’ipotesi di prolungare le lezioni per tutto il mese di giugno. Un’idea balenata nel discorso dell’incaricato premier Mario Draghi e colta al volto dall’assessore Mirko Bisesti e dal suo dipartimento. «Stiamo lavorando a questa ipotesi — spiega — Non abbiamo ancora deciso le modalità, ma c’è un ragionamento aperto per riuscire a essere di aiuto» a tutti quei ragazzi che hanno perso molta scuola in presenza. Un’idea di cui Ugo Rossi, capogruppo del Patt in consiglio provinciale, rivendica la primogenitura guardando più in là: «È necessario cambiare il modello scolastico» afferma. Perplesso l’universo della scuola. Dalla dirigente del liceo Russell Teresa Periti ai sindacati la voce è unanime: «I nostri docenti hanno lavorato».

L’idea
La possibilità di allungare i tempi della scuola è comparsa nel discorso di Draghi. Un mezzo per consentire ai ragazzi, costretti alla didattica a distanza per parecchio tempo, di recuperare il terreno perso. Le declinazioni concrete di questa idea potrebbero essere molte: far saltare le vacanze di Pasqua, prolungare le lezioni in giugno, iniziare prima a settembre. Trento sta ragionando sulla seconda: «Su Pasqua e settembre non siamo orientati — spiega Bisesti — Ma c’è un ragionamento aperto sul mese di giugno per le scuole superiori per riuscire a essere d’aiuto a quei ragazzi che hanno bisogno» o meglio «per le classi dalla prima alla quarta, poiché la quinta dovrà sostenere gli esami in giugno. Ovviamente le forme andranno discusse — ci tiene precisare l’assessore — con il mondo della scuola. Di certo ci fa piacere che dopo Conte e Azzolina con Draghi la scuola sia stata posta in cima alle priorità: tutto questo però — prosegue — necessita di una premessa. Il Trentino si sta distinguendo come il territorio di Italia dove i ragazzi hanno perso meno scuola, le superiori sono state le ultime a chiudere alla presenza e le prime a riaprirla a gennaio, elementari e medie hanno sempre continuato, seppure con qualche difficoltà, le lezioni».

I dubbi
Una premessa che sta però alla base della perplessità della galassia scuola a questo piano: «Da un lato vogliamo cogliere l’elemento positivo di questa riflessione: dichiarare di voler allungare la scuola fino a giugno — afferma Pietro Di Fiore (Uil scuola) — significa dichiarare che la dad non ha funzionato e non rappresenta il futuro della scuola». Ma in Trentino «gli insegnanti hanno continuato a lavorare con continuità, non possiamo chiedere di allungare il periodo delle giornate di scuola». A meno che « non pensiamo di intervenire con delle prestazioni aggiuntive: ma allora trattiamo di contratto». Scettica anche la dirigente Periti: «La mia scuola — afferma — ha lavorato bene e in modo efficace. Chiedere in modo generalizzato agli insegnanti di lavorare anche a giugno significa sminuire il loro lavoro. Diverso — apre uno spiraglio — se poniamo la questione in termini differenziati lasciando all’autonomia delle scuole la facoltà di decidere». E proprio ieri i dirigenti della scuola trentina hanno incontrato i vertici provinciali. In questa sede è stata garantito pure il mantenimento di quegli investimenti, dai docenti alle classi in più, che hanno funzionato nel corso di quest’anno. «C’è stato — continua — un generale richiamo all’importanza di non disperdere il

patrimonio di competenze sperimentate in questi mesi di pandemia mettendolo a frutto in un periodo di non emergenza». È necessario aggiunge il referente dei presidi trentini Paolo Pendenza «un piano di formazione straordinario per i docenti e la scuola, in modo da costruire, sfruttando le opportunità del Next generation, la scuola del futuro». «Credo – ha spiegato il governatore Maurizio Fugatti – che insieme dobbiamo riflettere su quali elementi possiamo introdurre per rendere la nostra scuola competitiva». A questo proposito Bisesti ha annunciato l’apertura di un Tavolo di lavoro presso il dipartimento istruzione.

Nella società
La prospettiva di una scuola aperta fino a giugno inoltrato non entusiasma nemmeno gli albergatori, che cercano tuttavia di vedere il bicchiere mezzo pieno: «È chiaro — afferma il presidente Gianni Battaiola — che lavorando con un mercato solo italiano intervenire in questo modo riduce le possibilità di spostamento. Diciamo che bisognerebbe calare l’ipotesi sul lungo periodo, noi siamo sempre stati favorevoli alla diluizione delle vacanze durante l’anno come fanno altri Stati europei: vediamo il progetto». Una prospettiva in cui si inseriva anche la proposta fatta da Ugo Rossi ancora lo scorso anno ma mai attuata: «Draghi — afferma — è lì perché può permettersi di dire e speriamo fare cose impopolari, è la differenza tra la politica del buonsenso e quella del consenso». Anche Rossi come Battaiola pensa a una scuola più europea «attivando collaborazioni con associazioni sportive in modo che anche i pomeriggi dei ragazzi non siano tutti a carico delle famiglie»: questo favorirebbe altresì «l’occupazione femminile e il recupero dei ragazzi più svantaggiati».

 

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