E riparte nel 2021 pure l’inflazione in Trentino. Se la spinta dei prezzi è molto moderata a livello Italia (pari a -0,1%), in Trentino la fa sempre da padrone il costo del carrello della spesa, dell’abitazione, dei trasporti e dei pubblici esercizi (seppur questi ultimi “aperti a singhiozzo”): l’indice medio di marzo è infatti dello 0,5%. Domanda debole ed incerta per la crisi sanitaria e la riduzione generalizzata di salari e stipendi.

Un carrello della spesa in Trentino più caro e quindi più leggero. Per cui i consumi stentano a ripartire visto il rimbalzo dei prezzi di alimentari e bevande (+1,5 % marzo ‘21 su marzo ’20), con una sola nota positiva, che il rischio stagnazione resta ridotto.

A questo si somma, nel confronto col marzo 2020, un incremento maggiore dei prezzi rispetto al resto del Paese di 1,4% dell’abitazione, utenze e dell’energia, del 2,5% nei trasporti e del 2,1% nei pubblici esercizi.

Per la UIL del Trentino rimane incomprensibile, anche da questi dati, la scelta della Provincia Autonoma di stanziare risorse locali quasi irrilevanti per i lavoratori e le lavoratrici e le loro famiglie, colpite dai mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato, dalla mancata occupazione per 20.0000 stagionali dal dicembre scorso e dalla cassa integrazione covid, che ha falcidiato del 20-30% al mese i loro redditi mensili. Solo una spinta alla domanda interna potrà sbloccare la situazione e di conseguenza l’occupazione e la ripresa. E finora, su questo versante si è visto purtroppo un intervento provinciale di supporto contributivo, economico e fiscale solo a favore della imprese, nulla o quasi per lavoratori e famiglie.

La Uil confida a questo punto solo in altri aiuti e provvidenze, oltre alla proroga del blocco degli sfratti e della proroga della cassa integrazione, da parte dello Stato nazionale.

Segretario Generale UIL del TRENTINO Walter Alotti

 

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