22 aprile 2021 – Corriere del Trentino

Scuola, si prepara il rientro. Sindacati critici: un rischio. Ma i presidi sono fiduciosi. Lunedì matricole tutte in classe. Trasporti, rebus capienza al 50%. Quinte in presenza obiettivo 3 maggio

TRENTO Scuola trentina al lavoro per il rientro lunedì al 100% in presenza delle classi di prima superiore. Ieri è stata una giornata intensa di cantiere, tra incontri e confronti tra autorità provinciali, dirigenti, sindacati di categoria. Su un punto tutti gli attori paiono d’accordo: non sarà facile vincere la scommessa, ma farlo potrà permettere di accantonare la didattica a distanza (Dad) nelle scuole superiori, prima della fine dell’anno scolastico.
«Lo speriamo ma non dipende del tutto da noi — osserva il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti — finché lo Stato non permetterà di alzare all’80% la capienza dei mezzi pubblici (oggi è al 50%, ndr), garantire la presenza al 100% non sarà possibile».
La ripartenza di lunedì avrà valore di test, nel percorso. «Valuteremo la situazione con Trentino Trasporti — spiega Mirko Bisesti, assessore provinciale all’Istruzione — se non emergeranno problemi rilevanti, potremo proseguire con il pieno ritorno in aula degli studenti di quinta superiore, cui puntiamo per il 3 maggio. La prossima settimana, mercoledì o giovedì, convocheremo un nuovo incontro per tirare le somme e vedere se l’obiettivo è davvero alla nostra portata».
Il ragionamento si basa sui numeri: gli allievi di prima sono più di quelli dell’ultimo anno. E questi, ultimi, peraltro hanno una maggiore autonomia di movimento con mezzi privati, avendo già l’età, per esempio, per condurre un’automobile o una motocicletta. Il piano di rientri, nel complesso, deve assicurare una presenza complessiva del 60% in tutto il ciclo secondario superiore, come disposto da Roma. Per definire la logistica, in mattinata, Bisesti, affiancato dal dirigente provinciale Roberto Ceccato e dalla soprintendente Viviana Sbardella, ha incontrato i presidi del territorio, guidati dal responsabile Paolo Pendenza. «La scelta di ripartire con gradualità ci soddisfa — dice Pendenza — perché in linea con la cautela imposta dal momento. Certo, resta il limite di capienza nei trasporti».
La Provincia, per parte propria, sta raccogliendo le sollecitazioni degli operatori, per definire la cornice, lasciando qualche margine di autonomia ai singoli istituti. Nel corso dell’incontro, per esempio, i presidi degli istituti tecnici e professionali sono parsi più determinati a spingere sulle attività in presenza, proprio perché in quei percorsi formativi è centrale la didattica di laboratorio, non possibile collegandosi in videoconferenza.
Nel pomeriggio è stata la volta dei sindacati, protagonisti di un incontro tecnico con Ceccato e con Antonio Ferro, direttore sanitario dell’Apss. Le parti si sono date l’obiettivo di ritrovarsi almeno una volta ogni due settimane per fare il punto sulla situazione del contagio nelle scuole e per definire il da farsi, sulla scorta dei dati epidemiologici.
E allo stato attuale, pur in presenza di un rallentamento nella propagazione del virus, i numeri suggeriscono ancora prudenza per Cinzia Mazzacca. «Prima di parlare — incalza la segretaria provinciale Flc Cgil — tutti dovrebbero preoccuparsi di agire, creando le condizioni concrete per far funzionare la scuola in sicurezza. La scuola in presenza è un diritto ed è fondamentale per tutti gli studenti, in tutte le fasce d’età. Bisogna però essere realisti e non creare illusioni: se non si accelera sulle vaccinazioni del personale scolastico, non si scioglie il nodo del trasporto pubblico e non si fa tracciamento anche sfruttando la tecnologia dei tamponi salivari c’è un rischio altissimo che la scuola torni al 100% per richiudere nel giro di pochi giorni. Questo va evitato». I tamponi salivari, però, non sono ancora validati dalla comunità scientifica e, dunque, la loro adozione non pare praticabile in tempi brevi. Nella discussione avrebbe fatto capolino anche la «ipotesi altoatesina» dei tamponi auto somministrati che, però, non convincerebbe né l’Apss, né i sindacati.
«Tra le urgenze da noi poste — riprende Mazzacca — l’uso estensivo delle mascherine Ffp2 su cui abbiamo raccolto disponibilità». Esclusa, invece, una ripresa a breve delle vaccinazioni per i lavoratori scolastici. «Richiesta non accoglibile, ci è stato detto — osserva ancora la dirigente Cgil — perché prima vanno finite le somministrazioni alle persone anziane. La fascia 65-69 anni dovrebbe essere completata la prossima settimana. Poi si passerà ai caregiver e, quindi, alla 60-64 nella quale rientra parte del personale scolastico».
Finite queste classi d’età si dovrà ricominciare a ragionare per priorità di categoria, come sottolinea Pietro Di Fiore. «La campagna vaccinale è partita troppo lentamente — ragiona il segretario trentino Uil Scuola — a causa della scarsa adesione degli interessati, ed è stata poi rallentata dalle informazioni allarmistiche su AstraZeneca per essere quindi inopinatamente interrotta. Risultato: la quota di vaccinati nella scuola in Trentino è ancora troppo bassa».

 

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