15 maggio 2021 –  Corriere del Trentino

Infanzia, le insegnanti protestano in piazza «La nostra scuola non è un parcheggio»

TRENTO Erano tante — duecento, forse trecento — le insegnanti della scuola dell’infanzia che si sono radunate ieri in piazza Dante per un’assemblea sindacale che si è trasformata in manifestazione, con tanto di bandiere — della Uil — e slogan contro il prolungamento dell’orario scolastico fino a luglio. Una decisione che però, dopo il via libera del consiglio provinciale avvenuto nei giorni scorsi con l’approvazione della manovra contenente le misure urgenti per contrastare la crisi Covid, la Provincia ha adottato ieri con un’apposita delibera, proprio mentre nella piazza sottostante le insegnanti chiedevano un’interlocuzione, un confronto: «Perché la scuola dell’infanzia non è un parcheggio, e noi insegnanti non siamo babysitter».
La decisione Inesorabile — «Sorda ad ogni richiesta di dialogo», dichiara arrabbiata la segretaria della Fp Uil Marcella Tomasi — la giunta guidata dal governatore Maurizio Fugatti ha stabilito che in luglio le scuole dell’infanzia sono aperte. «La giunta provinciale ha disposto, con apposito provvedimento, l’estensione del calendario scolastico. L’ulteriore apertura della scuola dell’infanzia è prevista nel mese di luglio per le scuole a calendario ordinario, nel mese di giugno per le scuole a calendario turistico e da metà luglio a metà agosto per le scuole a calendario speciale». Le ragioni sono così sintetizzate dall’amministrazione provinciale: «Le difficoltà di un anno scolastico in cui molte sezioni delle scuole dell’infanzia sono state e sono attualmente in quarantena, nonché la necessità di rispondere al bisogno di tante famiglie direttamente interessate — spiega la Provincia — ha portato la giunta provinciale a ritenere opportuno di disporre, anche per quest’anno, il prolungamento del servizio erogato dalle scuole dell’infanzia».
La protesta
Sul piede di guerra la Uil: «Oggi parte lo stato di agitazione — dichiara Marcella Tomasi — non ci fermeremo», e dalla piazza si alza lo slogan «Sciopero!». Che la sindacalista conferma con decisione: «Lo stato di agitazione — avverte ancora — dovrebbe portare a un tentativo di conciliazione, ma la decisione della giunta di procedere con la delibera lo esclude. Così ci rivolgeremo al Commissariato del Governo, come previsto, e il passo successivo è quello dello sciopero», dato quasi per inevitabile. Le ragioni della protesta sono state spiegate dalle stesse insegnanti che si sono alternate ieri al microfono: «Capiamo — è la riflessione — l’esigenza delle famiglie di avere servizi nei mesi estivi, ed è giusto che vengano richiesti, ma sono altra cosa rispetto alla scuola dell’infanzia. Sono percorsi diversi, da una parte ricreativi e dall’altra educativi e formativi. Nel caso della scuola dell’infanzia in particolare, il suo ruolo educativo è una conquista degli anni scorsi, riconosciuta come ente pedagogico, non più scuola materna luogo di custodia ma scuola dell’infanzia, primo fondamentale gradino del sistema scolastico». Parole condivise dalla piazza, dalle insegnanti che commentano: «Abbiamo una laurea quinquennale, ci occupiamo di formazione, di pedagogia, non siamo babysitter o intrattenitrici. E la nostra scuola non è un parcheggio, non è un servizio assistenziale».
Uil da sola
All’iniziativa, lanciata solo dalla Uil — «Ci sentiamo abbandonati dalle altre sigle sindacali», afferma allargando le braccia Tomasi — hanno partecipato più di duecento insegnati provenienti da tutto il Trentino. «Ma potevamo essere molti di più — spiega sicura la sindacalista — perché la Provincia, ma anche il Comune di Trento, hanno impedito a insegnanti e personale Ata di partecipare all’assemblea». Presenti tra la folla anche la capogruppo del Partito democratico in consiglio provinciale Sara Ferrari e il consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi.

 

 

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