20 maggio 2021 –  l’Adige

Contratti pubblici ancora fermi, ora di mobilitarsi»

Rinnovo dei contratti, smart working, nuovi sistemi di classificazione, revisione degli ordinamenti professionali, welfare. Sono tanti i nodi che aspettano di essere risolti, nel contratto pubblico. E adesso i sindacati iniziano a stancarsi sul serio: «Mancano troppe risposte -sbottano Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Marcella Tomasi (Uil Fpl Enti locali). Agiremo tutte le iniziative possibili a partire dalla mobilitazione del personale, ma valuteremo eventuali azioni legali sulla legittimità della gestione delle innumerevoli deleghe di funzioni statali se queste vengono esercitate, sulla gestione del personale in difformità a quanto avviene dal resto dell’Italia». Il punto è che il contratto scaduto. E a piazza Dante non sembra ci sia una grande intenzione di accelerare sulla contrattazione. I tempi sembrano percepiti come poco favorevoli. Solo che a Roma il rinnovo c’è stato, con stanziamento di risorse abbastanza sostanzioso. A Bolzano il contratto è stato rinnovato. A Trento no: «Il Trentino, pur in una fase di movimentazione di risorse senza precedenti tra statali e locali, sceglie di non rinnovare i contratti scaduti il 31 dicembre 2018 e continua a non onorare il protocollo del 10 gennaio scorso, sottoscritto da Fugatti e dai sindacati confederali -proseguono Diaspro, Pallanch e Tomasi -è necessaria una programmazione dei fabbisogni in tutti i settori pubblici per rafforzare i servizi e rendere stabile e di qualità il lavoro pubblico».
Servono risorse, e serve -ribadiscono -sciogliere il nodo Apran: «Sul tavolo appena insediato registriamo tuttavia molte resistenze dell’Apran che non consentono serie prospettive di lavoro, per una pubblica amministrazione che deve necessariamente riformarsi a partire dalla valorizzazione
delle competenze, delle professionalità e dei saperi richiesti per l’erogazione di servizi pubblici avanzati e di qualità, al passo con gli accresciuti bisogni di cittadini e imprese».
E poi c’è il tema socio sanitario e delle Apsp. «L’emergenza Covid ha dimostrato che solo il sistema pubblico può garantire i diritti universali a partire dal bene primario della salute -spiegano i sindacati -Serve un sistema per rinnovare i contratti scaduti, compresi quelli della sanità privata e del terzo settore. È necessario anche istituire subito un tavolo di confronto strutturale con i sindacati sul piano strategico 2021 -2025. Il settore delle Apsp è fortemente mutato nella qualità e specificità dei servizi oltre che nelle competenze necessarie per assistere gli anziani colpiti. Serve agire anche in questo caso» concludono Diaspro, Pallanch e Tomasi.

 

Scarica il pdf: ADIGE pubblici ART 200521