25 maggio 2021 – l’Adige
«Interventi rapidi per i lavoratori». Richiesta di Cgil, Cisl e Uil. Neanche un euro di risparmio per 7 famiglie su 10
«La crisi erode il potere d’acquisto delle famiglie trentine che con sempre maggiore difficoltà riescono a mettere da parte qualche risparmio», osservano i tre segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil). «Per la maggior parte, addirittura, l’idea stessa è diventata un miraggio visto che faticano ad arrivare alla fine del mese. Lo dimostrano i recenti dati della Camera di commercio sulle abitudini di consumo delle famiglie trentine e quelli pubblicati dall’Inps che registra un forte incremento delle domande di reddito di cittadinanza».
Di fronte a questa situazione, sostengono i tre sindacalisti, «ancora non ci sono risposte da parte della Giunta provinciale. In settimana le imprese potranno presentare domanda per i ristori provinciali, mentre i lavoratori dovranno ancora attendere e sono incerti i requisiti di accesso, le modalità di trasmissione della domanda e la quantificazione del sostegno. C’è solo una certezza: in mezzo ad una crisi tanto profonda giacciono ancora non spesi nelle casse di Piazza Dante i 13 milioni di euro destinati alle famiglie stanziati ormai un anno fa con la legge 3. E’ scandaloso». Cgil Cisl Uil chiedono di accelerare e rafforzare le misure attuali convinti che i dati sulla congiuntura economica dimostrino l’urgenza di interventi consistenti e rapidi. Nei primi quattro mesi del 2021, l’Inps certifica infatti che sono state già raccolte il 66% di tutte le domande di reddito di cittadinanza presentate nel corso dell’intero 2020. Mentre la Camera di Commercio attesta che ormai 7 famiglie su 10 dichiarano di non riuscire più a risparmiare neppure un euro a fine mese. «Abbiamo ascoltato anche qualche imprenditore -incalzano i tre segretari generali -dire che il risparmio nelle banche è aumentato nel corso del 2020. Forse però si riferivano ai propri conti correnti visto che le diseguaglianze sono aumentate anche in Trentino a causa della crisi». Per questo i sindacati rilanciano sulla necessità di ampliare gli interventi economici per le famiglie che rischiano di scivolare in situazione di povertà e per quelle che già si trovano in condizione di forte precarietà economica. Ma non solo. Accanto alle misure di sostegno al reddito le tre confederazioni chiedono la messa in campo di misure di politiche attive del lavoro per favorire la formazione e riqualificazione professionale dei disoccupati e sostenere il loro reinserimento lavorativo. Serve una presa in carico dei percettori, servono politiche attive di formazione e riqualificazione su cui innestare poi l’incontro domanda/offerta di lavoro. Un intreccio – ne sono certi i sindacati – che favorirebbe il ricollocamento sul mercato del lavoro, ma anche la risposta per settori che soffrono di carenza di manodopera, come il turismo e l’agricoltura.
«Bisogna agire in tempi rapidi, cominciando dal potenziare le risorse umane di Agenzia del Lavoro che ha il compito di tradurre in concreto questi interventi anche grazie alla rete dei servizi per l’impiego accreditati».
Scarica il pdf: l’Adige interventi ART 250521 (1)
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