10 settembre 2021 –  l’Adige

LA PROTESTA. Sindacati confederali divisi fisicamente, ma uniti nelle rivendicazioni. «Servono personale e formazione»

Fisicamente separati, ma con intenti comuni. I sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono riuniti ieri per affrontare nuovamente il delicato tema della sanità trentina. Tuttavia, le manifestazioni si sono svolte in momenti e luoghi differenti. La Uil infatti ha presidiato la RSA di San Bartolomeo a Trento sud, mentre i colleghi di Cgil e Cisl si sono dati appuntamento in tarda mattinata al Dipartimento Salute e Politiche Sociali della Provincia, a Trento nord. I temi però sono stati gli stessi: mancanza da anni di un rinnovo del contratto collettivo nazionale per gli operatori sanitari, assenza di dialogo con l’ente provinciale e, soprattutto, nessuna organizzazione per far fronte al calo degli operatori stessi che, dopo le sospensioni legate alla campagna vaccinale, ora rischia di compromettere in modo importante l’intero operato delle strutture territoriali.
«Un momento di ritorno alla normalità simboleggiato dalla nostra presenza qui, fuori dalla Civica di San Bartolomeo -ha spiegato Marcella Tomasi, segretaria UIL FPL Enti Locali. -Un presidio che vuole evidenziare i tanti problemi che la sanità sta riscontrando. In questo caso, come richiediamo ormai da 10 anni, serve un piano preciso rispetto alla quantità di operatori, con l’apertura del numero chiuso di Infermieristica ed una rinnovata attenzione alla formazione degli Oss. Non troviamo personale aggiuntivo, ma se ogni anno in Trentino ci sono 120 nuovi infermieri di media, il fabbisogno delle strutture sul territorio è decisamente più alto». E se quella di ieri è stata la prima presenza del sindacato fuori dalle RSA, con l’intento di tenere delle assemblee in tutte le strutture del Trentino, Cgil e Cisl hanno ribadito le loro posizioni fuori dalla sede istituzionale dell’assessorato alla salute. «Registriamo costanti situazioni di estremo disagio per i lavoratori – ha aggiunto Luigi Diaspro (Cgil). -È ora che la Provincia cessi questo approccio unilaterale e apra ad un dialogo. Va superata la logica emergenziale con cui da mesi si gestisce la sanità, soprattutto ora che le sospensioni del personale non vaccinato creeranno ulteriori problemi alle strutture». La prima tranche infatti ha interessato 12 infermieri e 130 Oss, mentre la seconda andrà a colpire altri 58 infermieri ed altrettanti Oss. «Qualcuno si è già dimenticato cosa hanno fatto queste persone in piena pandemia – ha concluso Giuseppe Pallanch (Cisl). -Contratti ed assunzioni devono essere temi prioritari: ora basta chiacchiere, è il momento dei fatti. Inoltre non è più possibile eludere la rappresentanza. Non esiste che Fugatti neghi il confronto con le forze sindacali, dovessimo andare avanti così ci saranno scontri importanti». Rispetto alle manifestazioni separate invece, se dalla Uil il commento è stato: «Abbiamo mostrato vicinanza al territorio senza protestare davanti alle istituzioni», da Cgil e Cisl ecco la replica: «Stride un po’ questa divisione, ma noi rappresentiamo i lavoratori e questa è la via migliore per dimostrarlo».

 

Scarica il pdf: ADIGE sanita ART 100921(1)