22 settembre 2021 – Corriere del Trentino
Rapporto Etica, critiche accettate Ianeselli: «Sprone a fare meglio» Dalla Fondazione solo la sufficienza per il Comune. Alotti (Uil): confronto sui dati Nicola Chiarini
TRENTO Franco Ianeselli e Renzo Caramaschi accolgono con animo diverso gli esiti del rapporto «Rating pubblico» della Fondazione Etica sulla qualità amministrativa dei due capoluoghi. Lo studio assegna la sufficienza sia a Trento (21esima su 109 Comuni con 59/100), sia a Bolzano (43esima con 51/100) con risultati migliori rispetto alla media del Paese (son ben 62 le municipalità capoluogo giudicate insufficienti), ma forse non all’altezza delle attese per città abituate quasi sempre a salire sul podio, per prassi virtuose.
«Ci sarà di sprone a fare meglio — dice Ianeselli, sindaco di Trento — perché le classifiche vanno lette con attenzione anche quando non siamo ai primissimi posti, pur restando nel gruppo di testa». Le criticità maggiori, secondo il rapporto, sono nella gestione del personale. «Abbiamo introdotto già significativi miglioramenti — rivendica ancora Ianeselli — avviando un percorso di riorganizzazione lo scorso dicembre. Penso non solo alla ridefinizione del servizio risorse umane, ma pure dando una dirigenza dedicata all’edilizia privata e rafforzando il settore appalti». E se Trento, stando al rapporto, ha il record nella velocità di pagamento dei fornitori (mediamente 24 giorni in anticipo sulle scadenze), Bolzano rivendica di non essere da meno. «Quando mi sono insediato — spiega il sindaco Caramaschi — partivamo da +54, adesso siamo arrivati a -16, quindi già meglio rispetto al – 11 rilevato dallo studio che riconosce la qualità del lavoro amministrativo e non vedo come una bocciatura». E fuori luogo sarebbero le sottolineature, per esempio, sulla scarsa propensione a coinvolgere i cittadini nelle scelte. «Noi facciamo tutti i passaggi previsti, quando dovuti — rileva ancora Caramaschi — privilegiando i luoghi di confronto deputati a soluzioni informali dove è più difficile stabilire chi rappresenta chi». E da parte sindacale, Donatella Califano reputa che il Comune operi su livelli di buona qualità, anche nella relazione con i lavoratori, sebbene i 507 euro di costo pro-capite per cittadino per i dipendenti comunali (il più alto nel Paese), sia stato evidenziato dallo studio come possibile inciampo. «Si spende di più — rileva la segretaria generale Cisl Alto Adige — perché c’è la contrattazione provinciale, adeguata al costo della vita e basata su un orario settimanale di 38 ore lavorative. In generale, la nostra percezione è che la qualità di lavoro e vita sia buona, sia per chi lavora in Comune, sia per chi al Comune si rivolge per ricevere servizi».
A Trento Walter Alotti si augura che dallo studio parta l’assist per sedersi a un tavolo con Ianeselli. «Vanno rilanciate relazioni industriali forti — sostiene il segretario generale Uil Trentino —. I dati vanno vagliati e approfonditi, ma sappiamo che gli enti locali sono spesso in sofferenza di personale e questo, naturalmente, si può ripercuotere sui servizi. Vanno tenute insieme efficienza e regole di salvaguardia».
Scarica il pdf: Etica ART 220921 2(1)
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