Sindacati: “Per il futuro del Trentino servono priorità condivise, lo diciamo dall’ottobre scorso” Cgil Cisl Uil: per affrontare le sfide demografiche, ambientali e tecnologiche siamo pronti a fare la nostra parte. A Confindustria chiediamo coraggio e azioni concrete, abbiamo atteso fin troppo. L’innovazione digitale si governa con la formazione e la riqualificazione
“Se come è vero il Trentino ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo, questo modello deve tenere insieme crescita economica, sostenibilità ambientale e coesione sociale e non può che essere frutto della condivisione di tutti gli attori in gioco, istituzioni provinciali e locali, imprese, sindacati, mondo della formazione e della ricerca, terzo settore. Di fronte alle analisi di Confindustria Trento, ribadiamo che il sindacato confederale è pronto a fare la propria parte: lo diciamo da inizio legislatura e lo abbiamo ribadito l’8 ottobre scorso nel documento unitario votato dai delegati. Adesso, però, serve il coraggio delle azioni. Non c’è altro tempo da perdere”.
All’indomani della presentazione dell’indagine “Duemilatrentino – Futuro Presente” Cgil Cisl Uil del Trentino, per bocca dei tre segretari generali, ribadiscono la posizione del sindacato trentino.
“Dopo la pandemia il mondo e il Trentino non sono più gli stessi – sottolineano i tre segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E’ tempo di accelerare per dare risposte condivise alle grandi sfide che ci attendono come l’invecchiamento della popolazione, la rivoluzione ecologica e la trasformazione digitale”.
Risposte che non possono prescindere da un quadro di riforme che riguardi le politiche attive del lavoro, il sistema di investimenti pubblici e privati, un nuovo assetto per le autonomie locali, sanità e welfare, il mondo della scuola e della ricerca. “Un anno fa 500 delegati di Cgil Cisl Uil hanno votato un documento che chiedeva proprio di condividere insieme, in un patto per lo sviluppo delo Trentino, il percorso per queste riforme. Allora la nostra proposta è rimasta inascoltata. Oggi forse i tempi sono maturi per agire”.
Il fattore tempo per i sindacati è cruciale. Attualmente, lo dice l’indagine di Palazzo Stella, un’impresa su 5 vede il Trentino in declino. “Non si può restare immobili aspettando che quelle imprese sfiduciate crescono. Non si può attendere che diventino 3 su 5 per agire. Ignorare oggi questo campanello d’allarme ci espone ad un rischio enorme”, insistono.
Senza dimenticare che anche il Trentino può contare su risorse importanti che arrivano dall’Europa per ammodernare il proprio sistema produttivo, l’assetto istituzionale e il mondo del lavoro.
“Siamo di fronte a cambiamenti di grande impatto. Non corriamo l’errore di lasciare che le cose accadano. Dobbiamo governare i fenomeni, a cominciare dalla rivoluzione tecnologica di cui il tessuto produttivo trentino ha bisogno per accrescere competitività e produttività, ma che non può scaricare i suoi costi sui lavoratori e le lavoratrici”.
Per questo serve qualificare l’offerta di occupazione delle aziende, creare un legame tra lavoro umano e digitale, investire sulle competenze dei giovani, ma anche di chi già oggi ha un mestiere. Obiettivi che si raggiungono con più formazione, più sinergia tra università, ricerca e imprese, certificazione delle competenze. “A questo punto gli interessi di tutti devono convergere in un progetto di futuro per la nostra terra. Nel cinquantesimo anniversario dell’Autonomia, serve un progetto coraggioso e condiviso per usare al meglio le nostre prerogative di autogoverno. Se finalmente Confindustria Trento vorrà intraprendere questo cammino il sindacato trentino è pronto”.
29 settembre 2021
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