27 ottobre 2021 – l’Adige, Trentino
Contratti pubblici, è rottura. All’incontro con i sindacati Fugatti manda l’assessore: salta tutto
TRENTO Quasi tremila lavoratori e lavoratrici del pubblico impiego si sono dati appuntamento ieri in centro storico a Trento. E fin dalla mattina — mentre sul territorio si registravano defezioni nelle scuole, negli enti locali e nella sanità — hanno iniziato a scandire lo slogan che per tutta la manifestazione è stato il più gettonato: «Fugatti, Fugatti, rinnovaci i contratti». Si aspettavano di incontrare in delegazione il governatore, per avere certezze sullo stanziamento a bilancio delle risorse utili al rinnovo contrattuale, ma Fugatti era impegnato e ha inviato l’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli: «Una mancanza di rispetto», sono però sbottati in coro i sindacati, che hanno abbandonato il tavolo. Successivamente la precisazione dello stesso assessore: «Se mi avessero ascoltato, avrei portato loro notizie positive. C’è l’intenzione di aumentare i valori che possano venire incontro al rinnovo contrattuale». Dichiarazioni, queste ultime, che non hanno soddisfatto ancora i sindacati: «Non ha detto nulla di concreto. Servono 67 milioni di euro per un rinnovo contrattuale che riguarda quasi 40mila lavoratori trentini, nella sanità, nella scuola, e negli enti locali». In serata la disponibilità a riprendere il dialogo da parte del governatore: «Incontrerò nei prossimi giorni i sindacati — ha annunciato Fugatti — e in quella sede parleremo del rinnovo dei contratti pubblici».
Bandiere e persone
Arrivati da tutta la provincia, dagli ospedali, dalle case di riposo sul territorio. Insegnanti, impiegati. Tutti sotto il palazzo di piazza Dante, per chiedere per l’ennesima volta lo stanziamento delle risorse per il rinnovo del contratto: «Come ha fatto il governo nazionale, come ha già fatto l’Alto Adige». È stato Luigi Diaspro, segretario della Fp Cgil, a cogliere il problema non solo sindacale ma anche istituzionale: «Se il Trentino, a differenza dello Stato, non riesce a garantire di poter sostenere il pubblico impiego con i rinnovi contrattuali, si pone un problema non solo per i lavoratori ma per la stessa autonomia. Il Trentino, in virtù della sua specialità, ha delle deleghe specifiche, e deve dimostrare di saperle amministrare bene». I conti su quante risorse servirebbero per il rinnovo contrattuale li ha fatti Cinzia Mazzacca, della Flc Cgil: «A livello nazionale sono state stanziate risorse sufficienti per garantire un aumento salariale di 85 euro lordi. E lì si stanno confrontando per trovare risorse aggiuntive. Ma qui — ha osservato — partiamo non da 85 euro lordi ma da zero centesimi di euro. Qui non c’è nulla. Aspettavamo i soldi nelle scorse finanziarie, poi negli assestamenti di bilancio. E questo è l’ultimo appello, perché il contratto che non è stato rinnovato scade il 31 dicembre e non possiamo aspettare il prossimo anno, quando si dovrebbe cominciare a discutere del nuovo contratto, non più di questo». La Provincia dovrebbe mettere a bilancio 67 milioni di euro, ma dalle parole di Spinelli arrivate nel pomeriggio di ieri non sembra che ci siano tutti: «Non vogliamo nemmeno pensare che possa essere messo nero su bianco che il lavoro trentino vale meno che nel resto d’Italia», hanno messo in chiaro i sindacalisti.
Scintille a palazzo
Ieri i manifestanti, raccolti davanti alla porta del palazzo di piazza Dante, avrebbero voluto incontrare il governatore per affrontare con lui i nodi alla base della protesta: «Lo abbiamo aspettato — ha spiegato la delegazione sindacale — ma non ci ha ricevuto. Ha preferito mandare l’assessore Spinelli. Doveva venire lui, per rispetto ai tanti lavoratori scesi in piazza per rivendicare un loro diritto». Hanno aspettato un po’, poi i sindacalisti sono usciti dal palazzo della Provincia. «Fugatti non si è degnato di incontrarci», ha riferito ai manifestanti la segretaria della Cisl Scuola Stefania Galli: «Noi c’eravamo nelle corsie degli ospedali durante la pandemia, ma Fugatti oggi non c’è. Noi c’eravamo nelle scuole con tutte le difficoltà degli ultimi due anni — ha insistito con forza al megafono la sindacalista — ma Fugatti oggi non c’è». Il coro della folla ha quindi iniziato a scaldarsi. Alzando il tiro dello scontro: «Sciopero! Sciopero!» è stato l’urlo che si è levato sopra le bandiere. Un’ipotesi che anche Giuseppe Pallanch della Cisl Fp ha confermato: «Se queste sono le premesse — ha detto — è scontato che si andrà ad intensificare la mobilitazione. Non si è mai visto che un presidente della Provincia non incontrasse i lavoratori del pubblico impiego». Pronti a continuare la mobilitazione anche gli altri sindacati presenti ieri in piazza, la Fenalt, la Uil Scuola, Nursing Up, Gilda e Satos: «La risposta a questa manifestazione — hanno osservato in coro — è stata davvero incredibile, non ci stancheremo di chiedere il rinnovo del contratto».
Gli effetti nei servizi
Un’adesione massiccia, sia in piazza che sui luoghi di lavoro, testimoniata anche da alcuni problemi e interruzioni di servizi che si sono registrati sul territorio: molte scuole sono rimaste chiuse, soprattutto per quanto riguarda le scuole dell’infanzia, molti i disagi nei Comuni e nelle Comunità di Valle, mentre negli ospedali e nelle case di riposo è stata garantita la continuità del servizio, come assicurato dall’Azienda sanitaria.
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