18 novembre 2021 – l’Adige

Dieci letti di semi-intensiva entro l’estate

Tutti i sindaci schierati ad ascoltare le parole della assessora provinciale alla salute Stefania Segnana sul futuro dell’ospedale altogardesano. E con loro anche le sigle sindacali che si sono attivate nelle scorse settimane prima con una manifestazione all’esterno dell’ospedale e poi con un documento analitico che ha messo a nudo le carenze del nosocomio arcense.
Il Consiglio della salute che si è svolto martedì in Comunità di valle qualche risposta l’ha data. Forse non certezze ma almeno impegni e scadenze. La più interessante è quella relativa all’attivazione di 10 posti di terapia semi-intensiva ad Arco, per i quali i lavori di approntamento inizieranno nei primi mesi dell’anno nuovo per concludersi entro l’estate, ha assicurato il direttore dell’ospedale Luca Fabbri. Altro impegno per una seconda camera calda al pronto soccorso, per assicurare l’arrivo in zona protetta delle ambulanze. Anche qui lavori che partiranno a primavera. Sugli altri aspetti più che scadenze si parla di programmazione, anche di lungo o lunghissimo periodo, come il quarto lotto dell’ospedale. E se la Provincia intende affidare al quarto lotto la risoluzione definitiva delle carenze attuali allora i tempi diventano pluriennali.
In attesa di altre certezze è certamente positiva l’attenzione che Segnana e i massimi vertici di assessorato e Azienda sanitaria hanno voluto dedicare, l’altra sera, alle preoccupazioni altogardesane. Con l’assessore sono scesi a Riva il dirigente del Dipartimento salute Giancarlo Ruscitti, il direttore generale dell’Apss Antonio Ferro, il direttore della Direzione medica per Arco e Tione Luca Fabbri e la direttrice dell’unità operativa cure primarie della zona Carmela Scozzafava.
Segnana ha ricordato che l’ospedale di Arco ha svolto, durante la pandemia, «un ruolo cruciale nella prima e nella seconda fase, per accogliere e assistere pazienti covid positivi, attivando oltre 40 posti letto sia per pazienti in situazioni di alta criticità ventilatoria con il reparto di pneumologia, sia di media-bassa intensità con la riconversione del reparto di chirurgia generale. Tra l’altro anche l’unità operativa di psichiatria è stata convertita durante l’emergenza a reparto covid, come unica degenza a livello provinciale per accogliere pazienti psichiatrici covid positivi. Attualmente ha ricordato Segnana sono attivi otto posti letto presso pneumologia».
«Per l’ospedale ci sono risorse già previste e, soprattutto, c’è un’ottica diversa che punta ad investire sul territorio» ha detto Antonio Ferro, mentre Ruscitti ha ricordato le risorse messe in campo per la riorganizzazione della rete ospedaliera e ha poi precisato come la realizzazione delle “Case per la Salute” sia prevista a livello nazionale: «Per il momento sono solo nella programmazione, vanno naturalmente riempite di contenuti. Non ci sono ancora le risorse e il regolamento che identificherà la loro funzione precisa». Dal punto di vista infrastrutturale in previsione anche l’intervento sul quarto lotto dell’ospedale: «Attualmente in fase di programmazione» ha specificato.
Il direttore dell’ospedale Fabbri, oltre a ricordare l’avvio dei lavori per la semi-intensiva, ha segnalato che la logistica del pronto soccorso è stata migliorata con la realizzazione della nuova sezione dell’osservazione breve con 4 posti letto rispetto ai 2 precedenti e l’ampliamento degli spazi, grazie alla ristrutturazione della ex camera calda anche in funzione di osservazione breve e “filtro” per pazienti covid positivi». Infine Scozzafava che ha infine portato i numeri delle cure primarie, ricordando come nelle scorse settimane l’unione operativa è stata particolarmente impegnata a provvedere all’assistenza medica per quasi 1300 persone in Val di Ledro: «Inizialmente abbiamo potenziato la continuità assistenziale con turni diurni a Bezzecca, finché non abbiamo raggiunto l’accordo dell’aumento del massimale per due medici dell’Alto Garda». Elevato poi l’impegno per la presa in carico dei pazienti cronici e oncologici: attualmente gestiamo 57 piani di cure palliative e 4 di cure palliative pediatriche, 19 piani per pazienti cronici e altri 6 pazienti sono gestiti come cure domiciliari».
Fra le novità poi la figura dell’infermiere di famiglia, prevista in Val di Ledro con il compito di «supportare la medicina generale in particolare nella gestione delle cronicità».
Numeri e impegni che per il momento non rassicurano le sigle sindacali. «Tra quattro mesi verificheremo se davvero è stato fatto qualcosa avverte Cesare Hoffer per Nursing Up ma non ha senso rimandare certi interventi alla realizzazione del quarto lotto dell’ospedale, ci vorranno dieci anni. Alcune problematiche possono essere risolte anche velocemente con un po’ di impegno». «Abbiamo portato l’attenzione sulle esigenze del pronto soccorso -aggiunge Giuseppe Varagone, Uil sanità -da dicembre saranno via due medici su sette, ma serve anche il potenziamento di infermieri e Oss dopo l’aumento dei posti di osservazione breve». Per la Cisl c’era Silvano Parzian: «La Busa ha perso 400 posti letto negli ultimi 30 anni. Se è vero che i posti letto non fanno da soli la qualità, il problema è che abbiamo perso sia qualità che quantità. Hanno fatto progetti, ma bisognerà vedere cosa succede.
Ad Arco tutto ormai sembra a scavalco: un utente che si trova oggi ad andare in pronto soccorso si fa sei ore di fila per poi essere dirottato su Rovereto. Arco sta diventando l’ultimo ospedale del Trentino».

 

Scarica il pdf: ADIGE sanita ART 181121