04 febbraio 2022 – Corriere del Trentino

Chiusure domenicali, il Pd attacca la giuntaFailoni ribatte: «Danno non riconosciuto». I sindacati rilanciano sul contratto

 

TRENTO Fa discutere la sentenza del Tar (pubblicata martedì scorso) che ha messo ko la legge «Failoni» sulle chiusure domenicali. Aprendo la via alle possibili (e milionarie) richieste di risarcimento danni dei commercianti penalizzati dalla norma nel periodo luglio-settembre 2020.

Sarcastica la reazione dei consiglieri provinciali del Partito democratico. «In ogni compagnia — scrivono in un comunicato — c’è sempre “el pù furbo”, quello che pensa di saperne sempre una più del diavolo, di poter sempre farla franca trovando una scorciatoia per arrivare dove gli altri – da questo ritenuti “i pù semi” – arrivano con fatica, lavoro, dedizione e rispetto delle regole». Si fa presto a capire la categoria dell’esecutivo provinciale. «Ecco — concludono —, quelli della giunta leghista pensano spesso di essere i “pù furbi”, nonostante le ormai sistematiche bocciature». Già perché c’erano sei precedenti sentenze sfavorevoli della Corte costituzionale ad altrettante leggi regionali. Ed è proprio sulla base della sentenza della Consulta che (l’estate scorsa) ha bocciato la legge «Failoni» che nei giorni scorsi il Tribunale amministrativo regionale ha annullato la delibera tramite la quale si definivano i comuni ad alta e bassa attrattività turistica. Ed ora il consigliere del Pd Giorgio Tonini ha depositato un’interrogazione, in vista della seduta del Consiglio provinciale di martedì, «per capire se la Provincia abbia quantificato l’onere dei possibili risarcimenti e individuato le risorse per coprire quest’eventuale spesa imprevista».

Una prima risposta arriva già dal padre della legge. «Rispettiamo le sentenze, ma fino a prova contraria, fino ad ora, nessuno ha riconosciuto il danno. Vedremo cosa diranno le prossime sentenze», dichiara l’assessore al turismo Roberto Failoni. Le richieste di risarcimento, infatti, dovranno seguire un nuovo percorso giudiziario.

Nel frattempo, però, il consigliere di Onda Civica Filippo Degasperi, che aveva votato la legge, non perde l’occasione per punzecchiare il Pd. «L’elemento politicamente più rilevante — afferma in una nota — ritengo sia lo spettacolo di un centrosinistra che balla sui tavoli. Gioisce per una sconfitta dell’Autonomia e, molto peggio, festeggia perché i lavoratori del commercio e le loro esigenze di conciliazione tra lavoro e famiglia sono stati umiliate». Secondo i sindacati confederali, infine, la strada da seguire è quella di un accordo che fissi regole certe e riconoscimenti economici e normativi adeguati per il lavoro festivo.

 

Mentre arriva una nuova conferma della debolezza giuridica della legge provinciale sulle aperture festive e domenicali dei negozi, i sindacati rilanciano su quella che fin dall’inizio è stata la loro priorità: migliorare le condizioni di lavoro di commessi e addetti alle vendite. «Queste lavoratrici e lavoratori avevano delle attese che sono state profondamente deluse -incalzano i segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher -. Con la pandemia sono ormai due anni che viene chiesto loro uno sforzo straordinario: gran parte di loro hanno lavorato sempre anche in pieno lockdown, ma senza nulla in cambio. Servono punti certi sull’organizzazione del lavoro, sugli orari, sulla flessibilità, sul rafforzamento delle misure conciliative. Ad oggi però è ancora tutto bloccato».

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