17 marzo 2022 – Economia e Innovazione (l’Adige)
Caro energia e lavoro settimane di apprensione in tutti i settori economici
I SINDACATI. Tante aziende annunciano situazioni di difficoltà ma al momento l’impatto sulla produzione è ridotto. «Alberghi verso la chiusura? Manca la neve»
Anche i sindacati stanno vivendo con apprensione l’evolversi della crisi energetica. Al momento, i casi nei quali le aziende hanno deciso di intervenire per contrastare i costi di energia e materie prime, rimangono isolati. «Annunci rispetto ai rincari e alle difficoltà che ne conseguono ce ne sono ormai tanti, ma occorre considerare che sul nostro territorio non è certo che manchino ordinativi», affermano Ivana Dal Forno della Femca Cisl e Michele Guarda della Fiom Cgil. Un’affermazione che mette in risalto la contraddizione di un momento di forte ripresa che rischia di essere vanificato penalizzando sia le aziende che i lavoratori.
«Nelle valli gli alberghi stanno sì chiudendo aggiunge Walter Largher della Uiltucs ma non penso accada per i costi del riscaldamento, quanto perché la neve alle quote inferiori è destinata ormai a sciogliersi senza lasciare spazio alla produzione di quella artificiale. Non è questione di rincari o di guerra». Come messo in evidenza dal direttore generale di Confindustria Trento, Roberto Busato, anche sul fronte sindacale si mostra apprensione per come si evolverà la situazione nei prossimi giorni. «La situazione si chiarirà nelle prossime settimane afferma Guarda che segue in particolare le aziende del settore metalmeccanico Abbiamo costantemente colloqui informali con le imprese ma non ci sono state comunicate ulteriori decisioni ». Decisioni che al momento hanno comunque riguardato nomi importanti come la Cartiera di Villa Lagarina, le Acciaierie di Borgo e la Marangoni.. «Certe situazioni si riferiscono un po’ a tutte le realtà prosegue Dal Forno -Abbiamo cominciato con le preoccupazioni che riguardano i rincari delle materie prime, ora ci sono i rincari dell’energia ma le imprese stanno tenendo duro . Però, se non arriva qualche intervento sarà difficile non dover fronteggiare qualche situazione scomoda.
La prospettiva, in realtà, potrebbe essere peggiore rispetto al periodo del Covid». La sindacalista
della Cisl ha competenza su diversi settori. «Ma è chiaro che in questo momento soffrono maggiormente
i comparti della gomma, della plastica, dei filati sintetici o le vetrerie. Ma un allarme riguarda pure le lavanderie industriali perché quello è un settore a forte impiego di energia e con margini di guadagno ridotti per le aziende. Largher segue maggiormente i settori del commercio e del turismo. «Nel primo campo -sostiene -in realtà non abbiamo sentore di preoccupazioni e, come detto, il turismo si avvia alla fine della stagione invernale. Guardando avanti, è evidente che chi, come accade ad esempio nell’Alto Garda, opera nel periodo tra marzo e ottobre non ha di che preoccuparsi per quanto riguarda ad esempio il riscaldamento. Piuttosto, occorrerebbe sedersi ad un tavolo per trovare i sistemi migliori per stabilizzare l’occupazione».
Da non sottovalutazione comunque, con l’arrivo della stagione calda, saranno le problematiche che riguardano le aziende impegnate nella refrigerazione e, perché no, anche nella produzione dei gelati. Anche per loro la bolletta potrebbe risultare pesante.
Scarica il pdf: ADIGE economia e innovazione ART 170322
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