30 marzo 2022 – l’Adige

Coop Mimosa. Otto sigle scrivono al commissario

È partita ieri verso l’ora di pranzo la richiesta ufficiale delle organizzazioni sindacali di un incontro urgente con il commissario liquidatore per capire meglio stato dell’arte e prospettive dopo la messa in liquidazione della Cooperativa Mimosa sancita dalla delibera della giunta provinciale approvata venerdì scorso e resa pubblica nella giornata di lunedì.
Nella comunicazione, inviata via pec, otto sigle dei lavoratori sottolineano come a fronte delle notizie apparse sulla stampa in questi giorni sia «fondamentale affrontare unitariamente tale criticità: pertanto chiediamo unitariamente la fissazione di un incontro urgente nel corso del quale ci vengano fornite tutte le informazioni e i chiarimenti del caso». A sottoscrivere la richiesta sono i segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs – Uil, Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Cgil Funzione Pubblica ed Fp Cisl del Trentino. Il provvedimento di messa in liquidazione della cooperativa assunto nei giorni scorsi dalla giunta provinciale ha fatto decadere il consiglio d’amministrazione della cooperativa (Floriano Migliorini presidente, la vice Daniela Zanella e il consigliere Renato Demurtas) e di conseguenza al faccia-a-faccia con i rappresentanti dei lavoratori, che molto probabilmente si svolgerà all’inizio della prossima settimana, presenzierà il commissario liquidatore Franco Sebastiani. La crisi della cooperativa, fondata il 29 luglio 1980 da dodici donne e che inizialmente si occupava esclusivamente di attività di pulizia civile salvo poi allargare il proprio raggio d’azione dopo una decina d’anni, coinvolge direttamente circa 270 lavoratori tra comparto socio-sanitario, area pulizia, area eventi e fiere, etc. Lavoratori che vogliono capire, comprensibilmente e legittimamente, che futuro li attende. In alcuni casi la prospettiva di un ricollocamento, anche attraverso il Consorzio Lavoro Ambiente, è più concreta; in altri (come il comparto socio-sanitario che coinvolge la struttura di Villa Ischia e il centro di Tione) le tutele sono maggiori. Restano però dubbi e incognite per altri settori e per una fetta consistente di lavoratori, compresa tutta l’area impiegatizia della struttura all’ex Masera e i responsabili di area. Dubbi e incertezze che nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali cercheranno di chiarire e fugare alla luce dell’incontro con il commissario liquidatore.
I numeri di Mimosa nell’ultimo biennio non hanno lasciato scampo: si è passati da una perdita d’esercizio 2020 pari a 570 mila euro ad un «rosso» 2021 che oscilla tra gli 800 mila e il milione di euro. La fine dell’esperienza di «Mimosa» era ormai inevitabile considerato, come si afferma nella delibera della giunta provinciale su indicazione del commissario Sebastiani, che «le prospettate operazioni di riorganizzazione non hanno dato gli esiti sperati e che l’attuale situazione, dettata dalla mancanza della sostenibilità economica e finanziaria, fa emergere uno stato di crisi irreversibile tale da non consentire il proseguo dell’attività aziendale».

 

Scarica il pdf: ADIGE Mimosa ART 300322