14 aprile 2022 – l’Adige, Corriere del Trentino
«Riforme all’ultimo minuto» E i sindaci si astengono dal voto
La riforma che ridimensiona il Progettone, presentata dall’assessore al lavoro e attività economiche, Achille Spinelli, non ha convinto Cgil, Cisl e Uil, che per questo non hanno partecipato al voto sulla proposta della Giunta in Commissione per l’impiego. Ma forti critiche sono state espresse anche dai sindaci, sia sul metodo che nel merito, tanto che ieri il Consiglio delle autonomie si è diviso nell’espressione del parere sul disegno di legge, con 18 voti a favore con osservazioni – come proposto dal presidente Paride Gianmoena – e 10 sindaci, che hanno invece preferito astenersi. Tra questi, il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, e quello di Rovereto, Francesco Valduga, che sono intervenuti per spiegare la ragione della loro astensione in dissenso con la linea del presidente Gianmoena. Il sindaco Valduga si è lamentato innanzitutto per il metodo, per l’urgenza richiesta dalla giunta provinciale che non ha consentito il «necessario approfondimento» anche dal punto di vista politico, oltre che tecnico, sulle ragioni della riforma di una «normativa che tiene conto dell’originalità del nostro territorio» e quindi «quanto di quel modello della nostra autonomia debba essere superato».
Valduga ha anche richiamato la mancata concertazione con i sindacati, che infatti non hanno votato in Cpi e l’assenza di impegni sulle risorse per finanziare il Progettone.
Il sindaco Ianeselli ha detto di condividere le parole di Valduga aggiungendo che: «Con qualche ragione in più si sarebbe raggiunta l’intesa con le parti sociali. La rivisitazione di questo glorioso strumento è necessaria, ma serve un avvicinamento delle posizioni. Sul piano triennale di programmazione dei lavori in convenzione per conto della Provincia, enti strumentali e Comuni l’intesa con il Consiglio delle autonomie deve essere necessaria». L’assessore Spinelli ha replicato definendo «rocambolesca» la presa di distanza dei sindacati dalla riforma nella parte finale, visto che il «percorso era stato molto partecipato».
«Non mi appiattirei – ha aggiunto – da parte dei sindaci sulle posizioni dei sindacati. Il Progettone rischiava di diventare un assegno unico provinciale aggiuntivo. Mi scuso per i tempi stretti ma era urgente adeguarci a norme che sono cambiate nel tempo».
Le richieste di modifica presentate dal Cal, su cui l’assessore non ha dato garanzia di accoglimento, riguardano oltre all’intesa sul piano triennale, il potenziamento dei centri per l’impiego, la flessibilità sui casi e il potenziamento delle politiche attive.
In una nota congiunta i sindacalisti Maurizio Zabbeni (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Gianni Tomasi (Uil) ieri hanno sottolineato che: «È mancata una piena concertazione. Va bene spostare l’asse verso le politiche attive del lavoro, ma il sostegno ai soggetti deboli non si tocca». Tra i punti di maggiore distanza: l’individuazione dei profili che potranno accedere al Progettone. Cgil Cisl Uil hanno chiesto che venisse introdotto in legge il meccanismo dell’intesa con le parti sociali.
I sindacati hanno chiesto poi che la legge preveda una clausola sociale che tuteli le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse. Chiedono infine uno stanziamento certo previsto nella legge.
Ieri il Consiglio delle autonomie si è occupato anche di riforma delle Comunità di valle con l’illustrazione da parte dell’assessore Mattia Gottardi, che era in videoconferenza. È stato rinviato invece alla settimana prossima il parere sul disegno di legge, sempre di Spinelli al quale i sindaci chiedono sostanziali modifiche, perché su “superano” i consigli comunali nelle varianti al Prg, per accelerare l’iter per un elenco di opere ritenuto troppo lungo.
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